Per cosa sono famosi i.. conigli?


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Un classico problema di ecologia: la dinamica delle popolazioni. 
Ma questo non è solo un esercizio da testo didattico.. ma una storia vera!


"Il coniglio, quel tenero animale che amiamo dai cartoons e ci costringe ad uno slancio di tenerezza, è ormai una piaga in Australia. Giusto per fornire un dato, nel corso di sei anni, nella sola Maquarie Island, tra l' Australia e l' Antartico, il loro numero è cresciuto da 20.000 a 130.000.

Si danno da fare, i conigli. La femmina va in estro ogni 21 giorni, e visto il clima favorevole di alcune zone dell' Australia ha trovato ambiente ideale per la riproduzione tutto l'anno. La gestazione dura un mese, ed ogni femmina da alla luce dai 3 ai 14 cuccioli.
Quindi, facendo due calcoli, circa 6 parti ogni anno, dai 18 agli 84 parti ogni anno, che in sei anni fanno 504 potenziali coniglietti per ogni femmina. La previsione è molto "spinta", una femmina di coniglio non potrebbe mai sostenere questi ritmi, ma da un'idea di quanto possano figliare questi attivissimi mammiferi.

Sono un danno mostruoso per le coltivazioni, nutrendosi di tutto ciò che trovano nei campi. Non possiedono predatori naturali in grado di contenerne il numero, ed i pochi predatori in grado di cacciarlo non sono in numero tale da non costituire una forma di contenimento rilevante.

E così, dal lontano 1859, anno nel quale furono introdotti nell' ecosistema australiano i primi conigli europei (ventiquattro), nessuno sapeva che stava per produrre uno dei più grossi danni economici ed ambientali che il continente avesse mai visto.
Sir. Thomas Austin, cacciatore e membro dell' Acclimatisation Society, che si occupava di introdurre specie animali non presenti in Australia, portò sul continente 24 esemplari di coniglio per poter esercirare il suo massimo divertimento: la caccia.

In realtà, la presenza del coniglio sul suolo australiano è già nelle cronache intorno alla fine del 1700, ma il suo numero fu limitato, e erano spesso tenuti in gabbie e ne veniva limitata la riproduzione. Ma già nel 1827 un giornale della Tasmania segnalava come il numero dei conigli fosse così elevato in tutta la colonia che se ne andavano in giro in gruppi di centinaia.
Ma è a Thomas Austin che si attribuisce il merito dell'attuale infestazione da coniglio che piaga l'Australia.

Siamo ormai ad un numero tale che nonostante se ne uccidessero 2 milioni ogni anno il loro numero non appariva cambiato, anzi. Nel 1920 erano 10 miliardi [milioni, ndr],intorno al 1950 erano 600 milioni, ma grazie all' introduzione di una malattia di tipo genetico (la Myxomatosi) nei coniglio si è riusciti a "contenere" il fenomeno, giungendo ai 200-300 milioni di questi anni.
Ma a quanto pare, nemmeno la Myxomatosi è stata in grado di contenere il fenomeno, e i conigli ora crescono ad ondate stagionali che li portano ad incrementare di numero.
Ormai 6 conigli su dieci sopravvivono ormai alla malattia, e dato che il virus veniva diffuso attraverso le zanzare, negli ambienti più aridi alcune colonie di conigli non sono state colpite.

Ora ogni mezzo è lecito: caccia, trappole, reti (che vengono spesso superate con agili balzi, o buche), veleno e fuoco.
Hanno tentato con un altro virus, l' RHD (Rabbit Haemorrhagic Disease), malattia scoperta nei conigli in Cina), ma nonostante una riduzione della popolazione del 90% nei primi anni, ormai anche quel virus sembra essere diventato soltanto una brutta influenza per qui mammiferi che sembrano così piccoli ed innocui.

Oltre ad i danni provocati alla colture, si calcola che l'introduzione del coniglio in Australia abbia fatto scomparire una specie su otto, a causa dei danni provocati a piante che a volte costituiscono l'unico alimento per alcune specie.
Ora c'è una nuova speranza, trovata in Italia nel 2000: una nuova forma di calicivirus, estremamente virulento e pare estremamente efficace nello sterminio di quelle tenere creature pelose e così dannose. Si calcola che negli ultimi 13 anni, la sperimentazione del calicivirus abbia contribuito ad evitare almeno 1 miliardo di dollari di danni, e pare la strada migliore per la lotta senza tregua con il coniglio."


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