Archive for 2018

Incentives


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"Economics" (N. Gregory Mankiw, Mark P. Taylor)

How to study a book


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"Economics" (N. Gregory Mankiw, Mark P. Taylor)

Ferrata F. Susatti (Cima Capi) e Ferrata delle Gallerie (Cima Rocca)


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Foto presa da qui

Bellissimo percorso che parte da Riva del Garda e prosegue dapprima lungo la splendida strada del Ponale e poi su per i versanti impervi della valle dello Sperone. Si prosegue lungo la ferrata Susatti fino a Cima Capi, poi brevemente in discesa/piano fino al bivacco Arcioni e poi lungo la "ferrata delle Gallerie", attraverso tre splendidi tunnel scavati nella roccia fino a cima Rocca. Poi la lunga discesa per rientrare a Riva.

Alcune note:
  • Tutte le informazioni dettagliate sono in questo sito
  • Le ferrate non sono impegnative né particolarmente esposte
  • In generale non c'è acqua in nessun punto del percorso, si puo' trovare qualcosa al bivacco (in teoria non potabile perchè raccolta dal tetto in una cisterna, io pero' non ho avuto problemi) o lungo la discesa presso una cisterna (che pero' nel nostro caso era vuota). Portarsi piu' di due/tre litri a testa (specialmente quando splende il sole).
  • Giro molto bello e abbastanza lungo. 8h con passo tranquillo.
  • Panorami splendidi, nonchè decine di postazioni della guerra ancora intatte (tra cui le gallerie)



Via "Il Vecchio" (Rocca di Perti - Settore Settentrionale, Finale Ligure)


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Immagine presa da gambeinspalle

Altra grande via sportiva a Finale Ligure! Anche se non particolarmente lunga ci ha tenuti impegnati per un bel po'!

Info utili:
  • Relazione su gambeinspalla
  • Noi abbiamo seguito la via "originale" (non sapendo neppure dell'esistenza delle nuove versioni), in particolare abbiamo usato la guida "Finale Climbing" (pubblicata da Versante Sud)
  • Sulla parete sono presenti innumerevoli spit.. Quella della via "Il Vecchio" sono colorati (a mano) di rosso, e questo aiuta..!
  • Qualche commento sui tiri:
    1. Tosto! I primi passi sono impegnativi, direi 6a+ / 6b (oppure A1). L'uscita dal muro iniziale non è banale.. Poi proseguire su bella parete fino alla comoda sosta, sulla destra
    2. Traversino a sinistra poi qualche passo in diagonale (sempre a sinistra). Si raggiunge la sosta indicata nella foto come "SOSTA 2", che si puo' ignorare e proseguire in verticale per un diedrino, placca e poi fessura (molto bella). La sosta è in alto a destra, nei pressi di un albero solitario (ignorare le altre due soste che si incontrano lungo il tiro sulla sinsitra). Cosi' si raggiunge la "SOSTA 3a" della foto
    3. Muretto a sinistra (bello), poi traverso (altrettanto bello!). Si raggiungono due soste vicine (la seconda appena dietro ad un masso), nella foto "SOSTA 4a".
    4. Salire dritti, poi fessurina. Si puo' uscire a sinistra o direttamente, e si giunge cosi' alla "SOSTA 5".
    5. Noi abbiamo percorso una variante dell'originale: salire dritti dalla sosta ed affrontare la bella parete, non facile (6a / 6a+). Poi ci si ricongiunge alla via originale, si supera una breve paretina e si puo' sostare oppure proseguire direttamente sul facile fino al sentiero di uscita. Ci sono anche altre varianti.. (vedi guida).
  • Una volta in cima, seguire il sentiero verso destra (quindi salendo) e si raggiunge cosi' la vetta. Firmare il libro e poi scendere lungo il sentiero...
Bella, non banale e di soddisfazione!

Via Fivy (Bric Pianarella - Paretone, Finale Ligure)


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Splendida via sportiva sul "Paretone", a Finale Ligure, con un paio di tiri davvero belli!

Consigli utili:
  • Relazione su SassBaloss
  • Considerando la densità di itinerari sulla parete (30+), vi consiglio una guida (tipo "Finale Climbing" di Versande Sud) in modo che possiate districarvi tra i tanti chiodi (resinati) presenti..
  • In aggiunta a quanto scritto su SassBaloss, alcuni commenti sui vari tiri:
    1. L'attaco non è molto evidente, c'è solo una scritta sotto ad un albero.. Primo passo un po' piu' impegnativo, poi si risale nella vegetazione.
    2. Bello
    3. Dopo il passo strapiombante salire stando leggermente a destra, poi c'è un bel diedro ed infine ancora qualche metro verticale fino alla sosta (su comoda cengia)
    4. Tiro stupendo. Il primo passo non è impegnativo, ma le difficoltà arrivano presto! Dopo qualche metro a destra si inizia a salire (passo non facile, A0/A1 possibili) e poi si prosegue su una splendida parete verticale (nella foto qui sopra). Infine traversare a sinsitra (molto bello). La sosta è proprio sotto l'enorme tetto..
    5. Traversare a sinistra e continuare sempre a sinsitra fino al diedro aperto, che noi ovviamente non abbiamo trovato... in effetti non siamo andati abbastanza a sinistra, e appena finito il tetto siamo saliti dritti per un 6b (azzerando un po'..) fino ad un alberello, per poi uscire a sinistra verso la grotta descritta nella relazione. Con il senno di poi, e sapendo che era "solo" un 6b, rifarei lo stesso tiro verticale (molto bello, anche se richiede un po' di forza bruta).
  • Rientro: salire un po' nel bosco, poi piegare a sinistra e continuare finchè non si giunge ad un altopiano, da qui piegare e scendere verso sinistra (quindi idealmente si ritorna verso la parete).
  • Difficoltà della via: in generale quelle riportate ci sono sembrate corrette, di certo non abbondanti. Il passo difficile del quarto tiro secondo me è un 6a+, ed è forse anche il passo piu' difficile della via.
  • In generale, davvero una bella arrampicata!

Multi-pitch climbing - "Weg der Freunde" (Nauders - AU)


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Image from BergSteigen.com

Nice multi-pitch (equipped with bolts) close to Resia pass.
Once again, the amazing BergSteigen.com has all the info about the climb, including how to get there and where to park (here: 46°54'49.6"N 10°29'34.4"E).

Just some minor comments about the route:
  • To get to the starting point you will have to walk up between the trees just after the second tunnel (see description), maybe 20 meters after the exit. After a couple of minutes between the trees, you will cross in the direction of the tunnel and then up again (you will see the bolts on the wall.. there are many!).
  • The route is very well equipped. Tons of bolts everywhere, maybe even too many :)
  • We used a single 80m rope, which is enough also to abseil down. I think 70m would also be fine. The only drawback is that you have to abseil down pitch 7 and 6 separately, so you'll have to stop at the tree on the left, which is slightly out of the vertical line.
  • Overall, a nice multi-pitch, but nothing special. For us it was particularly convenient given the position (along the road) and the short approach. Good for a half-day exercise.
About the pitches:
  1. Easy, but very brittle rock that makes it a bit harder (you never know what you can trust!). I'd say 5a.
  2. All good. Still 5a-5b.
  3. This is probably the hardest pitch, a nice slab without amazing holds. Doable and nice. 5c+ or max 6a.
  4. First step slightly harder (exposed, 5c), then nice and easy (<5b)
  5. Quick and easy (<5b)
  6. First steps a bit harder (5b-5c), but totally doable, then easy. As anchor point (at the end of the pitch) you'll find a little rope around a tree on the left.
  7. Nice slab, not really hard (5c).

Canyoning: Hüribach (CH)


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Yet another great canyon!

Details:
  • Descent-Canyon page
  • Starting point (drive here!): 46°57'49.4"N 8°46'24.9"E
    You get off the car and jump straight into the water :)
  • Well equipped, all anchors are ok.
  • Not too much water today, so we had to use the rope quite a bit. I guess with more water you might jump (or do tobogas) a bit more!
  • Careful in the first 2 (long) abseils because the rope might get stuck...
  • At the middle of the descent you will walk under the bridge (that you previously crossed by car), and that's a way out. Probably there are others, too.
  • 3h20, two people. But you can go faster :)

Spigolo delle Capre - Monte Aviolo (BS)


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Immagine tratta da PlanetMountain

Bella via in cresta per raggiungere (quasi) la vetta del monte Aviolo. Difficoltà non sostenute ma abbastanza costanti.

Descrizione
In aggiunta a quanto scritto in questa relazione:
  • Parcheggio: in località Pozzolo (Edolo, BS), coordinate GPS: 46.184324, 10.366077
  • Avvicinamento: lungo e ripido!
  • Attacco: quando uscite dalla Normale andando verso destra vi trovate ad un certo punto sotto ad un grosso canalone, con alla vostra destra (guardando la montagna) uno spigolo/parete. L'attacco è alla destra dello spigolo, quindi dovete spostarvi ancora di qualche metro..
    Coordinate GPS: 46°11'06.2"N 10°23'42.2"E (potrebbero non essere accurate!)
  • L1, L2, L3: niente da aggiungere
  • L4: la sosta si trova proprio in fondo allo parte appoggiata dello spigolo, appena prima che la pendenza cambi di nuovo. Il tiro è circa 40m.
  • L5: le placche non sono banali; noi siamo usciti a sinistra (invece che per fessura a destra) e siamo saliti lungo lo spigolo (abbastanza facile) per poi sbucare a destra in cima, in corrispondenza della sosta. Tiro di 40m.
  • L6: Non abbiamo trovato il chiodo di sosta, cosi' l'abbiamo attrezzata su spuntoni..
  • L7: Tiro corto, meno di 25m credo..
  • L8: Il diedro di IV è ben proteggibile..
  • L9, L10: belli
  • L11: Il passaggio sulla placca "all'apparenza molto liscia" è spettacolare..
  • L12: proseguire finchè si puo', poi uscire come descritto nella relazione..
  • Discesa: lunga e "sfasciumosa"..
Abbiamo percorso la via l'anno scorso ma questo post era rimasto nelle bozze... :)

Canyoning: Chli Schliere (CH)


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Another great day of canyoning :)
Destination: "Chli Schliere", very famous in Switzerland, and very much exploited by guides and "adventures companies"!

Practical info:
  • Descente-Canyon page: here!
  • Parking: 46.941581, 8.242187
  • Super-mega well equipped. You'll find fixed ropes and a lot of bolts. I'm not even sure whether you actually need to bring your own rope or not (but take it, obviously!)
  • We probably did it with a low water level, and it was absolutely fine. As usual, with a lot of water everything is more difficult.
  • You'll find many nice (and long) tobogas, some nice jumps and several abseils. Check before jumping, on several occasions the water height in the pond was 1.5m or so... not that much!
  • Timing: 2h if you don't rush, we even skipped some jumps and tobogas because we were not sure about the water level, so we spent a bit of time handling the rope. But we were only 2..
  • Overall it's a very nice canyon, not special though. Good for a half-day activity, but plan something else for the afternoon - or do it twice :)

Access

From the parking: follow the road that ends after a few hundred meters, take the clear track on the left that begins with some steps. Follow the steep track for 30 mins or so, until it reaches a wider track, almost flat. Take the right and keep walking for a few more minutes, until the track descends rapidly to the water (see also the description on Descente-Canyon).
From the car to the water you'll need 45 mins (or even less).

Canyoning - Cresciano (CH)


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(Picture from Google!)

Great day of canyoning last Saturday, in the Cresciano canyon (Ticino - CH).

The canyon consists of an upper and a lower part. 
The upper part is long and requires (a lot) of rappelling. Not much water and many dry parts. Still beautiful (especially the very beginning), but probably not as amazing as descente-canyon makes it look like.
The lower part is very short, the atmosphere is a bit different and it's probably a bit more fun. Still, not exactly an "aquatic park" as one could expect after reading the descriptions.

Here some useful info:
  • Parking (for the upper part): not-so-easy to find, so here to coordinate: 46.293433, 9.008019 Anyway follow the indications on descente-canyon. We met some french guys that were using the "Eldorado Ticino" guidebook and they ended up in the totally wrong place..
  • You will have to pay 10 CHF (or 10 EUR) in COINS to be able to drive on the road that goes to the parking. And when you drive up again to pick up the first car, you will have to pay again... no comment.
  • Call the hydroelectric company (you'll find the number online), they will tell you if you can go and they will not operate their plant as long as you are in (or at least I think so).
  • This is an amazing sketch of the canyon.
  • The rock here is granite, and this means problems. We destroyed one rope because we didn't do enough "débrayage" and in another waterfall we couldn't pull down the rope because of the friction with the rock (yes, we had to go back up..). So, be super careful with the rope, keep moving it up and down and always choose the right rappelling point (sometimes there are more than one a few meters apart).
  • Most of the anchors are on one single bolt.. that's pretty sad. Anyway, they all look decent.
In conclusion, it was a very nice day of canyoning. We started (in the water) at 12 because we had to drive a couple of hours in the morning (+ traffic jams), find the right parking spot (1 h or more), walk a bit to get to the river.. it was definitely too late, but obviously we had a different timing in mind. It took us 5 hours for the first part (including 1 h to release the rope that got stuck). The second part was much quicker, though you will still need to use the rope a bit.

As I said before, we had higher expectations considering the score on the guides (online and books). But it was still nice and propaedeutic :)


Piz Ciavazes - Via Piccola Micheluzzi


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Immagine: quartogrado.com

Splendida via "dolomitica" nei pressi del passo Selva. Grado IV+ / V-, molto bella in particolare nella seconda metà.

Note:
  • Avvicinamento rapido (15-20 min), discesa un po' lunga (1-1.5 h) con anche un paio di doppie lungo il sentiero.
  • Parete molto frequentata, si potevano vedere diverse cordate a destra e sinistra (oltre che prima e dopo di noi sulla stessa via!)
  • Noi abbiamo usato la relazione dei Sassbaloss, che propongono la versione originale della via (vedi immagine sopra) con piccola variante all'attacco - diversa pero' dalla variante proposta da Quartogrado (mostrata nell'immagine qui sopra). Poichè né l'attacco della via originale né della variante "Sassbaloss" sono indicati sulla parete, abbiamo attaccato pochi metri a destra del grande camino. Da qui sono salito qualche metro, mi sono spostato a destra e poi sono dovuto scendere (grazie ad una vecchia corda fissa, 3 metri) per poi risalire un po' piu' a destra.. fino ad incrociare la cengia erbosa. In sostanza, un caos! Aurelie (seconda di cordata) è invece potuta/dovuta salire direttamente verso la cengia erbosa. Consiglierei pero' di cercare la "nuova" via, che parte molto piu' a destra (come mostrato nell'immagine sopra).
  • Avendo seguito la relazione dei Sassbaloss la nostra via si è rivelata 2 tiri piu' corta. Rispetto all'immagine qui sopra, il primo e secondo tiro sono nella traccia tratteggiata "originale", il terzo tiro è nel canale tra i numeri 3 e 5 (due tiri uniti), il 4° tra 5 e 6, e cosi' via..
  • Rispetto alla relazione dei Sassbaloss, aggiungerei le seguenti note:
    • 1° tiro: come detto sopra, un po' un caos. Consiglierei di trovare la "nuova via" come mostrata nell'immagine di Quartogrado
    • 4° tiro (nell'immagine è tra 5 e 6): dalla sosta siamo saliti verticalmente per diversi metri (15-20) fino a trovare un chiodo cementato. In questi metri si trovano dapprima facili gradoni, poi un muretto verticale con piccolo tetto non banale (VI+ o V- direi). Probabilmente seguendo la descrizione dei Sassbaloss si "aggira" il piccolo tetto.
    • 6° tiro (nell'immagine è tra 7 e 8): bello, non facile ma fattibile e discretamente proteggibile. Attenzione con le protezioni per evitare forti attriti con la corda (tiro un po' a zig-zag). Ho scoperto in seguito che si puo' risalire anche verticalmente la grande nicchia gialla (all'inizio del tiro) con difficoltà piu' sostenute (VI o VII?).
Nel complesso è una bella via, non troppo lunga e di soddisfazione.

Moonbears


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Foto credits: Ermanno Salvaterra


Fatta ieri questa bellissima via di Ermanno Salvaterra insieme ad Aurelie. Diversi tiri interessanti e non banali! 
Grado max VI°-, essendo interamente spittata userei la scala francese e direi - io personalmente - max 5c+ / 6a. 

Caratteristiche:
  • Spit frequenti  ma non esagerati
  • Tiri di media lunghezza, 11 rinvii max
  • Ottime soste (su due fix e sempre comode) con anelli per calate in doppia
  • Rientro possibile tramite sentiero (5 minuti di salita e poi 30 di discesa)
  • Tiri piu' belli ed impegnativi: 3°, 4° e 6°

Schizzo (tratto da qui):


La prima parte (in blu) consiste di due tiri in comune con altre vie presenti sulla stessa parte. Il primo tiro in blu inizia con un passo piu' impegnativo e poi prosegue con basse difficoltà fino alla sosta, nel secondo tiro in blu si percorre la facile cengia, fino all'attacco della via vera e propria (indicato sulla roccia).
Primo tiro facile, secondo piu' interessante, e poi due tiri belli e non banali risalendo il diedro. Facile il 5° tiro (III°) e poi ancora un tiro non banale (insieme al 4° sono i piu' difficili, credo). L'ultimo tiro inizia con un muretto impegnativo e poi prosegue su facili gradoni.

Mio "geo-schizzo" con link al parcheggio:


Make your own iPhone


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Wanna see how the world works?


Presentation tips


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After yet another terrible presentation (in a world top university), here some ideas about how not to be that boring:

  • Skip the outline. Nobody cares about what you are going to say. Just charm the audience and bring your auditors straight into the topic
  • Nobody cares about you, skip those slides about "your background"
  • Skip also the "motivation" slide. Again, who cares? Just tell us "the thing".
  • Don't use a laser pointer, it's so old-fashioned. Animate things and keep it live (animations could also be old-fashioned.. just make them right)
  • If you show something, it's for people to understand something. Maybe you have the most important plot in the world, but if people can't read the legend, the axis, the numbers.. you might as well not have them. Show effective plots and simplify them if necessary. The purpose is to pass a message, not to show a plot.
  • Use images whenever it's possible, nobody likes to read. A legend for a plot? Just use some clip-art.
  • Don't even think about wasting a slide to present the title of a paper (by print-screening the paper itself). What's the point? Do you think I will remember the title of the article? Use the slides to prove me why I should send you an email begging you to send me that paper, instead.
  • Again, nobody is going to read that table with 20 numbers. Just use graphical indicators (bars, round indicators, whatever). It has to be direct, visual, instantaneous. If people are supposed to listen to you, they can't focus on numbers and text.
End of part 1. I'm sure there will be many more occasions to add tips to the list :)

Educare


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"[...] Mai come oggi l’educazione dispone di così tanti studi e mezzi, eppure mai come oggi educare sembra esser diventato difficile. Un paradosso che ricorda un apologo di Borges. Un re, nel suo delirio di potenza, vuole dominare in un colpo d’occhio la vastità del suo impero, così incarica i suoi cartografi di disegnare una mappa dettagliata, ma non è mai soddisfatto, tanto da arrivare, pena la morte, a chiedere loro una carta in scala uno a uno. I cartografi riescono nell’impresa, ma la carta è inservibile e anche l’impero va in rovina. Esiste una preoccupante somiglianza tra noi e il re: abbiamo strumenti e informazioni in scala uno a uno, ma non sappiamo come muoverci e finiamo con l’improvvisare sotto la pressione delle nostre paure proiettandole sui ragazzi. Manca una mappa in scala utile per poter leggere i fenomeni nella giusta proporzione, manca l’essenziale: educare significa generare il nuovo, continuare a dare alla luce, aiutare a crescere. E si aiuta a crescere nella misura in cui si rende la persona autonoma, cioè capace di dare un giudizio sulla realtà. Quando i miei alunni, educatamente, cominciano a dissentire, so di aver lavorato nella giusta e paradossale direzione: liberarsi di me.

L’educazione non si riduce a un mero adattamento o addestramento alla realtà, significa piuttosto incoraggiare, aiutando a eliminare le illusioni della conoscenza di sé che portano un adolescente a sottovalutarsi o sopravvalutarsi, a portare nella realtà qualcosa di nuovo, con tutti i rischi di fallire che questo comporta. L’adattamento alla realtà fine a se stesso ingabbia i ragazzi in una selva di regole che recintano la vita e da cui, così facendo, si libereranno acriticamente e violentemente o di cui diverranno prigionieri apatici. Aiutare a crescere vuol dire indicare perché vivere, per poter abbandonare la comoda posizione fetale e assumere quella eretta di chi esplora: chi di noi non ha almeno una piccola cicatrice generata dagli «spigoli» incontrati in giovane età? [...]

Il letto che questo lunedì vorrei rifare con voi è quello della fiducia, il primo elemento capace di mettere in moto la libertà come esplorazione del reale, di aprire lo spazio del desiderio e del coraggio. Ma a cosa dare fiducia? Alle potenzialità interne al soggetto (figlio o studente), proprie della natura umana e specifiche dell’individuo in quella fase della crescita, cioè al nuovo che il ragazzo è e può fare. Soltanto così l’educazione si svincola dalla paura, dal controllo, e si apre alla chiamata per nome. Perché mai dovrebbe uscire di casa chi non sa che cosa portare oltre l’uscio? Educare è mettere le persone a rischio, non proteggerle da ogni caduta, non sostituirsi a loro, ma introdurle nel campo di battaglia da protagonisti (parola che indica colui che combatte in prima linea, non un narciso in cerca di applausi). Ma quanto è difficile trovare il giusto equilibrio tra controllare e lasciar andare, quanti dubbi, quanti errori, tutti patimenti comunque preferibili ad adolescenze protratte sine die o orfani senza direzione. [...] Invece la vita, là fuori, è fatta di limiti ed è proprio scontrandosi con quei limiti (delusioni, dolori, fallimenti) che un infante abbandona il pensiero magico e diventa un fante: cioè colui che va alla guerra della vita con la propria testa e il proprio corpo, con la mappa che i genitori gli hanno fornito per orientarsi al buio, nelle intemperie dei giorni. Il nostro compito è quello di dare un senso (significato e direzione) alle loro frustrazioni e contenerle, non eliminarle. Riuscite a immaginare un quadro fatto di sola luce, senza ombre?

Forse possiamo provare a rifare il letto delle piccole e progressive responsabilità da affidare a bambini, adolescenti, giovani perché conoscano i propri limiti e qualità. Quante cose affidiamo loro nella vita familiare? Quali compiti specifici? A scuola vale lo stesso: dando a tutti la stessa minestra, purtroppo non c’è tempo e spazio per sviluppare talenti specifici e interessi particolari, non c’è traccia di opzione interna ai percorsi. Mi ricordo di una ragazza stufa delle approssimative lezioni di italiano di una docente svogliata e che recuperava ponendo domande a un professore di un’altra classe, durante l’intervallo. Decise di cambiare sezione, benché fosse al quarto anno di superiori. Tutti gli adulti di riferimento (genitori, preside, altri docenti) privilegiavano la via della sicurezza: sei alla fine, lascia perdere, tieni duro. Lei invece perseguiva la via della salvezza, perché voleva coltivare la sua passione. La incoraggiai a fare il grande passo. Mi scrisse alla fine dell’anno successivo, felice, per l’esito brillante della maturità e per il senso di efficacia, autonomia, sfida che quell’avventura le aveva dato. La vita era nelle sue mani e non poteva rovinare i suoi talenti per quieto e disperato vivere. Aveva affrontato la paura (altrui prima che sua): per questo era maturata davvero, non certo per l’esame.

«Racconta di quella volta che hai ricevuto un dono che ti ha fatto felice»: così recitava il titolo di un tema assegnato a un dodicenne qualche settimana fa. Che cosa vi aspettereste? Quale oggetto? Quale videogioco? Queste le sue parole: «Mi ricordo un fatto avvenuto cinque anni fa. Era sera e stava piovendo, mia madre e mio padre dovevano uscire, mio fratello era a un allenamento e non sarebbe tornato prima delle 21.15. Dato che erano le 20.40 ho pensato che avrebbero chiamato qualcuno per tenermi tranquillo e mettermi a letto, invece mio padre mi ha comunicato che, a parer suo, io fossi abbastanza grande da poter passare un pezzo di serata da solo. La mamma non era molto d’accordo ma poi acconsentì. Questo è stato uno dei regali più belli della mia vita e quei 35 minuti mi hanno fatto sentire importante e mi hanno fatto capire il senso della fiducia e il fatto che le persone accanto a me si accorgessero che stavo diventando autonomo».

[...] Se provassimo, a casa, a scuola, a incoraggiare questa autonomia con piccoli o grandi responsabilità che diano ai ragazzi senso di autonomia, efficacia e accettazione degli eventuali fallimenti? Se invece di riempire le loro tasche di oggetti rassicuranti, riempissimo le loro vite di progetti rischiosi?

Tratto dal Corriere