La guerra..


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Non ho preparato un discorso e vado a braccio, provando a parlare con il cuore a tutti noi, e anche a lei, Ministro. Forse era Brecht che diceva che è «sventurata la terra che ha bisogno di eroi». Massimo, massimo rispetto per il militare ammazzato. Io non ho figli e non so proprio che cosa significhi per una madre perdere un figlio e perderlo lontano da casa e nessuno vuole strumentalizzare un’ennesima perdita italiana in Afghanistan. Ma la guerra ci fa schifo, Ministro, e siamo in guerra da dodici anni. Tra l’altro è una delle guerre più durature del Novecento ed è una guerra! Il fatto stesso che lei dica che la missione cambierà, che la prossima missione sarà "non-combat" significa che dove siamo adesso è una missione "combat". Perché vi smentite da soli? Perché?

Noi chiediamo un po’ di onestà intellettuale in quest’Aula. Siamo in guerra ed è una guerra che abbiamo perso, lo sapete tutti quanti, ne parlavamo prima anche alla buvette. La guerra è persa, perché tutte le guerre quando si iniziano sono perse, perché la guerra fa schifo, perché ci piace la pace e perché non crediamo che la guerra sia l’unico mezzo di risoluzione dei conflitti, anche dove ci sono, non terroristi, magari criminali, ma non terroristi, che comunque non ci hanno mai attaccato, Ministro, e questo anche dobbiamo considerarlo, perché l’articolo 11 della Costituzione parla chiaro: l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Possibile che nel 2013 ancora diciamo frasi che dicevano gli antichi romani, Ministro, ossia che per fare la pace dobbiamo costruire la guerra, che gli F-35 ci servono per la pace, quando la gente fuori da quest’Aula muore di fame? Scusate, colleghi, però parlo davvero con il cuore e mi rivolgo a tutti voi, giovani o non giovani, alla prima legislatura e anche a voi... 

E anche a lei, Presidente, mi scusi. Noi siamo entrati da poco e, al di là di tante differenze di visione, io credo che ci sia bella gente in quest’Aula, ne sono sicuro. Vogliamo tutti quanti assieme anche ambiare una visione vecchia, stantia che odora di guerra, che odora di morte. Allora, mettiamoci assieme almeno su questi punti. Il MoVimento 5 Stelle ha presentato immediatamente una mozione di ritiro delle truppe dall’Afghanistan: noi non vogliamo che tornino domani così. Abbiamo chiesto al Governo di riferirci su un’exit strategy vera e propria. Che cosa intendete fare? Ma quello che dicono la NATO e Rasmussen è che abbiamo già dato l’ok per proseguire a stare in Afghanistan. E se i talebani spareranno che cosa facciamo, non spariamo? Io sono obiettore di coscienza, ho scelto di non prendere mai un’arma da fuoco in mano, perché, anche se mi dovessero attaccare, io non voglio rispondere con un’arma da fuoco, perché credo che la pace sia l’unica, l’unica, l’unica risposta. L’unica! 

E non abbiamo utilizzato nessun altro modo per risolvere quel problema devastante che c’è in Afghanistan. La pace vale anche per i cittadini afgani: 70.000 morti, signor Ministro, e quasi 5 miliardi di euro, non per essere venale, per l’amor di Dio, prima vengono le vite dei nostri militari, dei civili afgani e poi i quattrini. Ma 5 miliardi di euro sono più del gettito IMU sul quale si fanno campagne elettorali! Scusate ancora, colleghi e Presidente, ma ci teniamo, davvero, a provare a portare parole di cambiamento in quest’Aula e invitiamo tutto il popolo italiano e tutta quest’Aula a svegliarsi su queste tematiche, ad alzare la testa, a tirarla fuori dalla sabbia perché sappiamo perfettamente che la guerra c’è solo ed esclusivamente per interessi economici che sono sempre gli stessi e che sono sempre poche persone che determinano le scelte di interi popoli 

Mi avvio a concludere, citando Thoreau che ha scritto un libro bellissimo sulla disobbedienza civile dove ricorda che le gambe, signori colleghi, non servono per sedervisi sopra, iniziamo a camminare assieme!

Alessandro Di Battista,
intervento in Parlamento (Giugno 2013)
 

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