Archive for June 2013

F-35


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Nei prossimi giorni la Camera dei Deputati discuterà una mozione di 158 parlamentari di SEL, PD e M5S che chiede la cancellazione della partecipazione italiana al programma dei cacciabombardieri F-35 Joint Strike Fighter. [...] Spendere 14 miliardi di euro per comprare (e oltre 50 miliardi per l’intera vita del programma) un aereo con funzioni d’attacco, capace di trasportare ordigni nucleari, mentre non si trovano risorse per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale è una scelta incomprensibile che il Governo deve rivedere

[...] Questo il testo dell’appello firmato da don Luigi Ciotti, padre Alex Zanotelli, Umberto Veronesi, Chiara Ingrao, Cecilia Strada, Savino Pezzotta, Roberto Saviano, Riccardo Iacona e Gad Lerner che apre una nuova campagna di pressione sui parlamentari coordinata dalla Rete Italiana Disarmo, Sbilanciamoci e Tavola della pace: “Ci troviamo di fronte ad un passo importante per far sentire con forza ai nostri Deputati come sia davvero necessario che il Parlamento riprenda in carico questo tema” afferma Francesco Vignarca coordinatore di Rete Italiana per il Disarmo. Se è vero infatti che è oggi il Governo – a seguito di tutti i passaggi di autorizzazione previsti dalla legge – a poter decidere autonomamente sull’acquisto dei caccia F-35, è anche vero che la situazione è molto cambiata dal 2009 (data dell’ultima votazione parlamentare a riguardo) e nell'ottica della difficile situazione del paese su più fronti non si può certo tirare dritto come se nulla fosse mutato. “Va poi detto che da più parti (anche da chi non vuole subito una cancellazione del programma, e perfino dallo stesso nuovo Ministro della Difesa) si è sottolineata la necessità di avere sugli F-35 una franca e piena discussione in Parlamento” conclude Vignarca.

Nel testo dell’appello si sottolinea come la scelta di continuare ad acquisire i cacciabombardieri con capacità nucleare sia “incomprensibile” vista l’attuale mancanza di risorse “per il lavoro, la scuola, la salute e la giustizia sociale”. “Quella degli F-35 è una gran brutta storia che fa male agli italiani e alla nostra democrazia” commenta Flavio Lotti coordinatore della Tavola della Pace. “Gli F-35 fanno male agli italiani perché sottraggono preziose risorse che attendono disperatamente di essere utilizzate per combattere la disperazione e la disoccupazione di molte donne e uomini del nostro paese. Gli F-35 fanno male alla nostra democrazia perché attorno a queste armi si muove un complesso reticolo di interessi politici, economici e militari che stanno inquinando e minando in profondità le istituzioni del nostro paese. Per questo è bene che il nuovo Parlamento si pronunci chiaramente.”

[...] “Il Parlamento ha un’ottima occasione per riavvicinarsi a un’ampia parte della popolazione, che è sicuramente contro gli F3-5 - sottolinea Grazia Naletto co-portavoce della campagna Sbilanciamoci! – Non possiamo mantenere anche su un tema delicato come questo la grande distanza tra le richieste e le convinzioni delle italiane e degli italiani e le scelte della nostra politica. In tal senso giudichiamo positivamente la presentazione di analoghi documenti per il NO agli F35 anche al Senato, auspicando che a breve possa avvenire anche in tale ramo del Parlamento una discussione approfondita”

La guerra..


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Non ho preparato un discorso e vado a braccio, provando a parlare con il cuore a tutti noi, e anche a lei, Ministro. Forse era Brecht che diceva che è «sventurata la terra che ha bisogno di eroi». Massimo, massimo rispetto per il militare ammazzato. Io non ho figli e non so proprio che cosa significhi per una madre perdere un figlio e perderlo lontano da casa e nessuno vuole strumentalizzare un’ennesima perdita italiana in Afghanistan. Ma la guerra ci fa schifo, Ministro, e siamo in guerra da dodici anni. Tra l’altro è una delle guerre più durature del Novecento ed è una guerra! Il fatto stesso che lei dica che la missione cambierà, che la prossima missione sarà "non-combat" significa che dove siamo adesso è una missione "combat". Perché vi smentite da soli? Perché?

Noi chiediamo un po’ di onestà intellettuale in quest’Aula. Siamo in guerra ed è una guerra che abbiamo perso, lo sapete tutti quanti, ne parlavamo prima anche alla buvette. La guerra è persa, perché tutte le guerre quando si iniziano sono perse, perché la guerra fa schifo, perché ci piace la pace e perché non crediamo che la guerra sia l’unico mezzo di risoluzione dei conflitti, anche dove ci sono, non terroristi, magari criminali, ma non terroristi, che comunque non ci hanno mai attaccato, Ministro, e questo anche dobbiamo considerarlo, perché l’articolo 11 della Costituzione parla chiaro: l’Italia ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Possibile che nel 2013 ancora diciamo frasi che dicevano gli antichi romani, Ministro, ossia che per fare la pace dobbiamo costruire la guerra, che gli F-35 ci servono per la pace, quando la gente fuori da quest’Aula muore di fame? Scusate, colleghi, però parlo davvero con il cuore e mi rivolgo a tutti voi, giovani o non giovani, alla prima legislatura e anche a voi... 

E anche a lei, Presidente, mi scusi. Noi siamo entrati da poco e, al di là di tante differenze di visione, io credo che ci sia bella gente in quest’Aula, ne sono sicuro. Vogliamo tutti quanti assieme anche ambiare una visione vecchia, stantia che odora di guerra, che odora di morte. Allora, mettiamoci assieme almeno su questi punti. Il MoVimento 5 Stelle ha presentato immediatamente una mozione di ritiro delle truppe dall’Afghanistan: noi non vogliamo che tornino domani così. Abbiamo chiesto al Governo di riferirci su un’exit strategy vera e propria. Che cosa intendete fare? Ma quello che dicono la NATO e Rasmussen è che abbiamo già dato l’ok per proseguire a stare in Afghanistan. E se i talebani spareranno che cosa facciamo, non spariamo? Io sono obiettore di coscienza, ho scelto di non prendere mai un’arma da fuoco in mano, perché, anche se mi dovessero attaccare, io non voglio rispondere con un’arma da fuoco, perché credo che la pace sia l’unica, l’unica, l’unica risposta. L’unica! 

E non abbiamo utilizzato nessun altro modo per risolvere quel problema devastante che c’è in Afghanistan. La pace vale anche per i cittadini afgani: 70.000 morti, signor Ministro, e quasi 5 miliardi di euro, non per essere venale, per l’amor di Dio, prima vengono le vite dei nostri militari, dei civili afgani e poi i quattrini. Ma 5 miliardi di euro sono più del gettito IMU sul quale si fanno campagne elettorali! Scusate ancora, colleghi e Presidente, ma ci teniamo, davvero, a provare a portare parole di cambiamento in quest’Aula e invitiamo tutto il popolo italiano e tutta quest’Aula a svegliarsi su queste tematiche, ad alzare la testa, a tirarla fuori dalla sabbia perché sappiamo perfettamente che la guerra c’è solo ed esclusivamente per interessi economici che sono sempre gli stessi e che sono sempre poche persone che determinano le scelte di interi popoli 

Mi avvio a concludere, citando Thoreau che ha scritto un libro bellissimo sulla disobbedienza civile dove ricorda che le gambe, signori colleghi, non servono per sedervisi sopra, iniziamo a camminare assieme!

Alessandro Di Battista,
intervento in Parlamento (Giugno 2013)
 

L'Università in Francia


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"Alcune riflessioni sul sistema universitario francese dopo 6 mesi passati a studiare a Parigi, grazie al programma Erasmus che mi ha dato la possibilità di studiare per un semestre all'università "Pièrre et Marie Curie, Paris VI", il polo scientifico della Sorbona.

Dopo l'inizio un po' spaesante anche per la grandezza e il caos della Ville Lumière sono entrato nella routine dell'università e ho seguito tre corsi del secondo anno di fisica, di cui uno di matematica e due di fisica. La prima cosa che mi ha stupito è il rapporto studente insegnante che è davvero basso rispetto agli standard milanesi, infatti durante le esercitazioni eravamo una quindicina con un professore che a fine corso ovviamente ci conosceva quasi come una classe di liceo. Ed è forse la forte somiglianza con i ritmi della scuola superiore la cosa che ho trovato più caratteristica dell'università francese: i corsi sono infatti impostati con continue verifiche (in alcuni casi addirittura settimanali o quasi) e un orario molto scandito e differenziato tra lezioni teoriche e esercitazioni pratiche gestite da dottorandi (pagati per farlo). Vengno inoltre dati compiti e esercizi da fare per la lezione dopo, tuttavia questo fatto ha sia vantaggi che svantaggi: è infatti comodo in quanto aiuta a rimanere sempre al passo con lo studio e non lasciarsi argomenti indietro ma, d'altro canto, non lascia periodi di "pausa" per concentrarsi su altro.

Per quanto riguarda il livello dei corsi che ho seguito, devo dire di averlo trovato generalmente più basso rispetto  all'università di Milano: gli argomenti sono stati trattati bene da un punto di vista di calcoli ed esercizi ma con poche, se non pochissime, analisi teoriche (soprattutto nei corsi di fisica), tuttavia grazie all'impostazione liceale si ha la "garanzia" che una volta finito il corso le cose trattate vengono apprese.

Concludendo posso dire che alla fine della laurea triennale gli studenti francesi hanno sicuramente più domestichezza con esercizi e calcoli ma risultano molto carenti rispetti a quelli italiano dal punto di vista dell'approccio teorico ai problemi. Personalmente ho apprezzato questo sitema di insegnamento che, nonostante non premi le eccellenze, permette a tutti di raggiungere abbastanza "facilmente" un livello più che sufficiente di apprendimento e riesce a rendere lo studente molto più partecipe e curioso.

Per concludere due parole sugli spazi e gli ambienti dell’università di Paris VI: il polo è completamente in ristrutturazione e piano piano si stanno rinnovando tutti gli edifici. Quelli già ristrutturati hanno aule, auditorium e laboratori veramente belli e funzionali, senza dubbio meglio degli edifici di Milano, mentre quelli vecchi….ecco…era ora ache li ristrutturassero! Da sottolineare la presenza di un centro sportivo interno al campus con sale per fare qualunque tipo di sport (compresa una stupenda parete da arrampicata), corsi gratis per gli studenti e squadre agonistiche per partecipare alle competizioni universitarie.

Ovviamente vi invito a trascorrere un semestre della vostra vita universitaria all'estero se potete, è veramente una di quelle esperienze che cambiano la vita!"


Scritto da Giovanni R.

La mia BresciaNoLimits (2013)


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Finalmente sono riuscito a partecipare alla gara che aspettavo da tanto tempo, la famigerata BresciaNoLimits! E a poche ore dalla fine vi racconto come è andata, sapendo con certezza che l'anno prossimo vi vedrò alla partenza.

Premessa: per farvi un'idea di quanto sia bella questa gara guardate il video dell'edizione del 2011 o 2012, così scoprirete della zip-line, del tiro a segno, del laghetto del parco Ducos.. ahimé per problemi prevalentemente "politici" l'edizione di quest'anno era un po' ridotta e anche le prove non erano molto numerose..

Ritrovo per le 8.30, partenza dopo un'oretta dal parco Ducos 2. A causa della ressa iniziale finisco tra i primi 50 (su più di 300), ma siccome il ritmo mi sembra lento cerco di guadagnare posizioni. Subito qualche palla di fieno su cui arrampicarsi e qualche striscia di fuoco da saltare, si scavalca poi un camioncino e infine un paio di tunnel. E poi.. subito nel lago! Inzuppandoci completamente attraversiamo il laghetto (grande) e finalmente iniziamo a correre sul serio. Qui guadagno ulteriori posizioni e prima di finire il primo chilometro sono terzo, a pochi centimetri dal secondo e abbastanza vicino al primo, mentre il resto del gruppo è ben più indietro. Il ritmo mi sembra buono, mi sento bene e la posizione è perfetta, quindi decido di entrare in modalità "da-qui-non-mi-muovo", anche perché il primo e il secondo stanno correndo la 20 km, mentre io partecipo alla "non competitiva" di 10 km (non essendo tesserato..), quindi tutto sommato non siamo neppure rivali. 

Entriamo nei prati della scuola Pastori e seguendo la strada iniziamo a risalire una valle. La strada diventa sentiero e si arrampica tra i sassi, poi il sentiero finisce ed iniziano i rovi. Continuiamo a salire ma iniziamo anche a pensare di essere sul percorso sbagliato, anche perché non vediamo segnali né cartelli. Dopo qualche minuto ci rendiamo conto che una parte del gruppo ci sta seguendo, e tra le varie urla del tipo "è buona?", "non so", "torniamo indietro!", "no continua!",  decidiamo di continuare a salire, convinti ormai di essere sul percorso sbagliato (d'altro canto anche se fossimo tornati indietro non avremmo saputo dove andare). Ci arrampichiamo tra i rami, poi i rovi, le spine, l'erba alta, alcune vecchie recinzioni e ancora sassi da scavalcare e nel frattempo qualcuno si aggiunge a noi (ora in testa ci siamo io e il primo, che procediamo insieme) mentre altri si girano e tornano indietro. Questa salita ad "azimuth" mi ha fatto ricordare tanti momenti scout di totale sconforto per aver perso il sentiero, quando si sceglie di procedere in pratica dritti nel bosco (indipendentemente dagli ostacoli) con la speranza di arrivare da qualche parte...

Dopo più di venti minuti finalmente intercettiamo un sentierino (una traccia, direi) che seguiamo, scegliendo quasi a caso ad ogni bivio. Praticamente siamo solo in due, quindi ci aiutiamo e sosteniamo a vicenda. Finalmente, dopo aver proseguito in modo random per gli ultimi minuti, ritroviamo (miracolosamente) il percorso originario, dove intercettiamo qualche concorrente già stanco, e capiamo quindi di essere in coda al gruppo "vero". Io e il mio nuovo amico iniziamo una risalita "folle" per la valle, correndo come pazzi accanto agli altri concorrenti (e quindi fuori dal sentiero) e superandoli nei modi più improbabili. Ogni volta che incontriamo un ostacolo (tipo i muri di sostegno che spezzano i torrenti a fondo valle) pur di non fare la coda e passare nel punto "comodo" scegliamo di arrampicarci nei posti più assurdi - aiutandoci a vicenda - per (ri)guadagnare così qualche altra posizione. 

Dopo 20 minuti di risalita inizia un sentierino in quota (ma ancora in salita), dove una coda di persone procede praticamente camminando. Il mio amico riesce a superarne un po' e così ci separiamo, mentre io rimango bloccato nella coda di persone e guadagno posizioni molto più lentamente. Finalmente inizia la discesa, che percorro in scia di un altro ragazzo a ritmi impensabili. Guadagno altre posizioni e sbuco in viale Piave, dove entro nel parco Ducos 1, attraverso un altro laghetto e scavalco qualche ultimo ostacolo, per poi passare sotto i binari e sbucare nel Ducos 2. Un ultimo attraversamento del lago grande e poi sprint finale verso il traguardo, che purtroppo non taglio per primo...

Non so di preciso la mia posizione (non mi sono fermato fino alle premiazioni), ma credo sia tra il 15° e il 20°. Nel complesso non mi lamento, considerando quante persone ho superato in salita (e soprattutto in che modo..), però senza la "deviazione" iniziale avrei probabilmente fatto una grande gara. Ahimé abbiamo scoperto che la persona che doveva indicare la strada (nel punto dove abbiamo iniziato) è arrivata dopo di noi, e ovviamente questo ci ha creato non pochi problemi..

Penso che la BresciaNoLimits sia una gran gara e sono certo che l'anno prossimo parteciperò di nuovo (beh, se non sarò fisicamente troppo lontano), augurandomi anche che introducano le prove "vecchie" come il ponte tibetano, la discesa dalle mura del castello e il tiro a segno.. E siccome mi piacerebbe dare una mano agli organizzatori (che di certo, comunque, hanno lavorato tanto per organizzare l'evento), mi appunto un paio di consigli per l'edizione 2014:
  • Bello il bagno nel lago, assolutamente da non togliere. Magari non non lo metterei all'inizio della gara, giusto per evitare che i concorrenti corrano completamente fradici..
  • Chiaramente serve più staff lungo il percorso: se oggi qualcuno si fosse fatto (molto) male nel risalire la valle nessuno avrebbe potuto chiamare i soccorsi (nessuno aveva il telefono) e probabilmente ora sarebbe ancora lì.. Inoltre un paio di segnali in più non avrebbero fatto male (anzi..)
  • Bisogna spiegare un po' meglio all'inizio della gara alcuni concetti chiave, come il numero di giri del circuito e dove si troverà il traguardo.. giusto per evitare spiacevoli incomprensioni durante la gara
  • Ovviamente la quantità e qualità delle prove "originali" deve essere aumentata, almeno ai livelli degli anni precedenti!
  • Qualche punto di distribuzione acqua lungo il percorso sarebbe molto comodo. D'accordo che la gara è in autonomia, ma se non fossi entrato nel lago sarei stato disidratato dopo il primo km (ho corso senza nulla con me, solo le chiavi "meccaniche" della macchina - che mi sono portato anche in acqua)
Un'esperienza da rifare sicuramente, davvero un modo divertente di vivere lo sport, la corsa, la montagna e.. il nuoto! Ci vediamo alla partenza dell'edizione 2014.