Archive for October 2012
Swiss education
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Category apprendimento, scuola/università, Swiss life
Dirty life.. why not?
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Si presentò, mi strinse la mano e poi se ne andò all’improvviso, richiamato da qualche impegno urgente nei campi, e mentre chiudeva energicamente la zanzariera dietro di sé mi promise da sopra la spalla che mi avrebbe dato l’intervista quella sera, al suo ritorno. Nel frattempo, avrei potuto zappare i broccoli con Keena, la sua collaboratrice. Più tardi registrai sul mio taccuino due appunti diversi. Primo: Ecco un uomo. Gli uomini che conoscevo io usavano solo la testa. Questo qui viveva con tutto il corpo. Secondo: Possibile che mi sono fatta tutti quei chilometri per zappare i broccoli di questo tizio? La prima sera, invece di lavorare con lui all’intervista, lo aiutai a macellare un maiale. Ero vegetariana ormai da tredici anni, e avevo addosso una camicetta nuova di agnès b., bianca, Mark però aveva bisogno di aiuto e stare nella sua fattoria senza darsi da fare era una cosa contro natura, come tuffarsi in un lago e non nuotare. Non avevo mai visto un animale macellato prima di allora, e non riuscii a guardare nel momento in cui Mark uccise il maiale sparandogli un colpo: era una scrofa a macchie bianche e nere che si chiamava Butch, del tutto simile ai porcellini dei libri per bambini. Quando cadde stecchita, io mi ripresi. Aiutai a sollevare il corpo e ad appenderlo a un gancio perché per sviscerare la carcassa si doveva incidere il corpo dallo sterno alla pancia e io afferrai ai lati la cavità fumante e la tenni aperta mentre Mark estraeva gli organi interni tagliando le parti che li tenevano ancorati al corpo. Non mi fece schifo quello che stavamo facendo, anzi mi diede allegria. Fui affascinata dalla sacca soda e bianca dello stomaco, dall’elegante groviglio dell’intestino, dal merletto avorio dell’omento e dal cuore ancora pieno di vita.
Dopo aver tagliato in due la carcassa, la caricammo su un carretto per portarla in una cella frigorifera a due passi dalla strada. A un centinaio di metri da lì c’era un quartiere di villini pretenziosi con piccoli giardini: prati all’inglese ben tosati sul davanti e vasi di gerani per abbellire i vialetti d’accesso al garage. Nella luce del crepuscolo Mark si caricò sulla spalla mezzo animale, ormai senza testa. Era un corpo privo di vita: grosso, pesante e scomodo da trasportare, proprio come in tv. Io tenevo in mano le scivolose zampe posteriori per bloccarle e aiutai Mark a portare il maiale nella cella frigorifera e ad appenderlo a un gancio che pendeva dal soffitto. Le macchine che sfrecciavano per la strada avevano già i fari accesi e nelle case di fronte si iniziavano a vedere le prime luci. Se ci avesse visto qualcuno, mi domandai, avrebbe chiamato la polizia?
Quella notte dormii in un albergo del paese e mi tolsi di dosso il grasso del maiale in una stanza da bagno dall’aria esageratamente bianca e disinfettata. Mi sentivo come se fossi tornata da un lungo viaggio in un paese molto lontano. La mattina dopo mi alzai all’alba e ritornai alla fattoria. La truppa di Mark stava facendo colazione tutta insieme: crespelle di mais e salsicce fatte in casa spruzzate di sciroppo d’acero tiepido. Mangiai una doppia porzione di salsicce, e così finì la mia vita vegetariana. Mark scomparve di nuovo subito dopo colazione, con il maiale dietro un pick-up preso in prestito, diretto alla macelleria dei suoi amici Amish. Disse che sarebbe ritornato nel pomeriggio e che allora avremmo potuto fare un’intervista come si deve. Nel frattempo, avrei potuto togliere i sassi nel campo di pomodori, insieme a Michael, un altro dei suoi collaboratori.
Michael non era molto ottimista riguardo le mie capacità lavorative. Avevo sostituito la camicetta bianca con una T-shirt vintage Cheap Trick, jeans aderenti e un paio di Dingos di seconda mano con tacchi bassi e grossi. Vale a dire il tipico abbigliamento ironico-chic che funzionava benissimo nell’East Village ma che era strano e leggermente volgare nelle campagne della Pennsylvania. Mi consideravo in splendida forma fisica e mi autodefinivo forte per la mia taglia, un metro e cinquantotto scarso compresi i tacchi delle Dingos, anche se l’allenamento più serio e costante che facevo all’epoca era giocare a flipper. Ero già indolenzita dagli sforzi del giorno prima, ma per mia disgrazia sono fortemente competitiva sul piano fisico pur senza averne il minimo motivo. Ho ereditato questa caratteristica da mio padre, che, per fare un esempio, a settantatré anni si è strappato un tendine del ginocchio pretendendo di cimentarsi nella partenza in piedi dal pontile durante una lezione sci nautico.
Michael mi diede un rastrello a denti rigidi, e ci avviammo verso i solchi lì vicino. La Penn State University è proprio in fondo alla strada, e Michael, che aveva studiato cinema, si era laureato quella primavera. Iniziò ad andare nella fattoria di Mark come volontario nei weekend per vedere, mi spiegò, se il lavoro manuale lo avrebbe fatto diventare un uomo. Una volta laureato, Mark lo aveva assunto a tempo pieno. Il padre di Michael, commercialista, e la sua ragazza, che si era iscritta a Legge, avevano entrambi un’idea molto vaga della campagna e speravano con tutto il cuore che Michael finisse presto di sfogarsi. Per nascondere la mancanza di fiato, gli chiesi moltissime cose e cercai ogni possibile scusa per appoggiarmi al rastrello nella posa di uno che sta ascoltando attentamente. Il sole di luglio picchiava sul viso e sollevava tutt’intorno l’odore acre e resinoso dei pomodori. Le piante erano cariche di frutti e alte come me e stavano in piedi grazie a tutori di quercia a cui erano legate con lo spago. Per una persona abituata a non far crescere altro che qualche pianta aromatica in una cassettina sul davanzale della finestra, avevano un’aria vagamente minacciosa. Il terreno fra i solchi era riarso e irregolare, tutto pieno di sassi. Michael mi disse di non prendere in considerazione le pietre più piccole di un uovo e di rastrellare le altre, farne dei mucchietti e poi spalare questi sassi nella carriola e scaricare il contenuto lungo la siepe. Rimasi sconvolta da peso di ogni palata di sassi, e la prima volta rovesciai tutto il contenuto della carriola. Rastrella, spala, scarica. Passai in questo modo due ore interminabili, finché mi resi conto che se fossi andata avanti ancora un po’ non avrei mosso più un muscolo e non sarei riuscita nemmeno a spingere la frizione per guidare fino a casa. Disperata, mi offrii di andare a cucinare per tutti. Lo dissi con l’aria più disinvolta possibile. Quasi non riuscivo a credere alla quantità di danni che mi ero inflitta in così poco tempo. Mi stavano venendo le vesciche fra il pollice e l’indice della mano sinistra, non riuscivo a stendere del tutto la schiena, e il cavallo dei pantaloni, intrappolato nei jeans troppo stretti, mi aveva irritato la pelle in modo insopportabile.
All’epoca non ero una gran cuoca. Mi piaceva mangiare bene, ma non avevo un rapporto stabile con il cibo. Cibo per me significava una serie di fugaci avventure sentimentali che iniziavano al ristorante con qualcuno, o arrivavano a domicilio in scatole di cartone consegnate da un tizio in bicicletta. Non avrei saputo dire con certezza se il forno di casa mia funzionava, perché in sette anni non lo avevo mai usato. Il frigorifero funzionava, ma nel mio minuscolo appartamento era più utile come sgabuzzino che come elettrodomestico da cucina. Ci tenevo le scatolette del cane, una caraffa Brita per l’acqua e, avendo pochissimo spazio per i libri, l’elenco telefonico di Manhattan, che nel mio ricordo di quegli anni era sempre pesantissimo e freddo. Nel freezer avevo vecchi cubetti di ghiaccio e una bottiglia di vodka polacca. La cucina di Mark occupava la metà della roulotte e mi faceva pensare a un mercato del Terzo Mondo. Traboccava di cose colorate e prive di confezione, c’era odore di latte, carne, terra e verdure tutto mischiato insieme in un profumo di campagna forte e niente affatto sgradevole. Aprii gli sportelli, perlustrando con cautela gli scaffali più in alto. Negli armadi c’erano vasi da un gallone che contenevano fagioli neri e mele disidratate, chicchi di grano e di segale e piccole pannocchie di mais secche. Nella credenza sopra ai fornelli c’erano mazzi di erbe aromatiche e bottiglie senza etichetta di un imprecisato liquido frizzante color ambra. Aprii il frigorifero e vidi una pentola senza coperchio piena fino all’orlo di qualcosa di morbido e sanguinolento che riconobbi come gli organi interni di Butch, e un cestello di metallo pieno di uova striate di marrone. Nello scomparto per frutta e verdura c’erano barattoli Ball di burro e fiocchi di latte, una piramide di cose che sembravano palline da golf e avrebbero potuto essere rape, e qualche carota, tutto non lavato. Chiusi rapidamente lo sportello del frigorifero e, afferrati un canestro e un coltello, ritornai nel campo dove Michael aveva finito di rastrellare i sassi e ora pacciamava i solchi con paglia semi-fradicia. Guardai tutto il cibo pronto da raccogliere. Patate novelle, broccoli, lattuga, erbe aromatiche, piselli, barbabietole e more. Una mucca brucava il prato con il suo vitello, le galline beccavano gli avanzi da una parte, un altro maiale grufolava in un mucchio di foglie secche. Dovunque posassi lo sguardo c’era da mangiare in abbondanza.
Sentii dei pensieri muoversi nella mia testa, immensi e lentissimi, come la tettonica a placche. Era un terreno di soli sei acri, le dimensioni di un grosso parco giochi per bambini, ma c’era verdura per duecento famiglie. Sembrava tutto molto più semplice di quanto avessi immaginato. Terra più acqua più sole più sudore uguale cibo. Non servivano fabbriche, né troppe macchine, non c’era bisogno di veleni o di fertilizzanti chimici. Com’era possibile che tutto questo ben di Dio fosse sempre esistito e io non me ne fossi mai accorta?"
www.kristinkimball.com
Incredible mind
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Category apprendimento, scienza
Prospect theory
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Traditionally, it is believed the net effect of the gains and losses involved with each choice are combined to present an overall evaluation of whether a choice is desirable. Academics tend to use "utility" to describe enjoyment and contend that we prefer instances that maximize our utility. However, research has found that we don't actually process information in such a rational way. In 1979, Kahneman and Tversky presented an idea called prospect theory, which contends that people value gains and losses differently, and, as such, will base decisions on perceived gains rather than perceived losses. Thus, if a person were given two equal choices, one expressed in terms of possible gains and the other in possible losses, people would choose the former - even when they achieve the same economic end result. According to prospect theory, losses have more emotional impact than an equivalent amount of gains.
For example, in a traditional way of thinking, the amount of utility gained from receiving $50 should be equal to a situation in which you gained $100 and then lost $50. In both situations, the end result is a net gain of $50. However, despite the fact that you still end up with a $50 gain in either case, most people view a single gain of $50 more favorably than gaining $100 and then losing $50.
Kahneman and Tversky conducted a series of studies in which subjects answered questions that involved making judgments between two monetary decisions that involved prospective losses and gains. For example, the following questions were used in their study:
You have $1,000 and you must pick one of the following choices:
- Choice A: You have a 50% chance of gaining $1,000, and a 50% chance of gaining $0.
- Choice B: You have a 100% chance of gaining $500.
- Choice A: You have a 50% chance of losing $1,000, and 50% of losing $0.
- Choice B: You have a 100% chance of losing $500.
Source: www.investopedia.com
Category economia, nice, società, teoria dei giochi
Magico Rosmarino
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Il rosmarino ha caratteristiche davvero particolari che spesso ignoriamo (io per primo), in particolare:
- Stimolante, buono nei casi di astenia e debolezza generale, per alleviare lo stress da superlavoro fisico e intellettuale
- Antinevralgico
- Proprietà antisettiche, ha un buon effetto sugli stati influenzali e febbrili, calma l'apparato respiratorio nei casi di asma e tosse.
- Agisce sull'apparato digerente: è colagogo (facilita la produzione della bile), stomachico (facilita la digestione), carminativo (aiuta i movimenti peristaltici).
- Ha un buon effetto sull'apparato osseo, come antireumatico (sia come infuso che come decotto).
- Migliora la digestione dei cibi difficili da digerire, come ad esempio la porchetta che è sempre aromatizzata con il rosmarino,inoltre aggiungendolo agli alimenti li insaporisce per cui non è necessario il sale, da tutto questo ne trae beneficio il nostro organismo
3 business lessons..
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Lesson 1
A man is getting into the shower just as his wife is finishing up her shower, when the doorbell rings. The wife quickly wraps herself in a towel and runs downstairs. When she opens the door, there stands Bob, the next-door neighbour. Before she says a word, Bob says, 'I'll give you £800 to drop that towel.' After thinking for a moment, the woman drops her towel and stands naked in front of Bob, after a few seconds, Bob hands her £800 and leaves. The woman wraps back up in the towel and goes back upstairs.. When she gets to the bathroom, her husband asks, 'Who was that?' 'It was Bob the next door neighbour,' she replies. 'Great,' the husband says, 'did he say anything about the £800 he owes me?'
Moral of the story:
If you share critical information pertaining to credit and risk with your shareholders, in time, you may be in a position to prevent avoidable exposure.
Lesson 2
A priest offered a Nun a lift. She got in and crossed her legs, forcing her gown to reveal a leg. The priest nearly had an accident. After controlling the car, he stealthily slid his hand up her leg. The nun said, 'Father, remember Psalm 129?' The priest removed his hand. But, changing gears, he let his hand slide up her leg again. The nun once again said, 'Father, remember Psalm 129?' The priest apologized 'Sorry sister but the flesh is weak.' Arriving at the convent, the nun sighed heavily and went on her way. On his arrival at the church, the priest rushed to look up Psalm 129. It said, 'Go forth and seek, further up, you will find glory.'
Moral of the story:
If you are not well informed in your job, you might miss a great opportunity.
Lesson 3
A sales rep, an administration clerk, and the manager are walking to lunch when they find an antique oil lamp. They rub it and a Genie comes out. The Genie says, 'I'll give each of you just one wish.' 'Me first! Me first!' says the admin clerk. 'I want to be in the Bahamas , driving a speedboat, without a care in the world.' Puff! She's gone. 'Me next! Me next!' says the sales rep. 'I want to be in Hawaii , relaxing on the beach with my personal masseuse, an endless supply of Pina Coladas and the love of my life.' Puff! He's gone.' OK, you're up,' the Genie says to the manager. The manager says, 'I want those two back in the office after lunch.'
Moral of the story:
Always let your boss have the first say.
Teoria dei giochi e nuove conquiste..
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Category economia, scienza, teoria dei giochi
Aluminum recycling: some ideas
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It's hard to collect aluminum when there are no dedicated bins. These should be wherever people use aluminum: in parks (specially for cans), public places (universities, hospitals, stations..), tram/bus stops, near "normal bins".. These bins should have a simple "compression system" to compress cans and other things and they should also have a (simple) GSM interface to communicate to the control station when they are full and need to be emptied.
One of Mankiw's economic principle says that "People respond to incentives". If I could collect points every time I recycle aluminum, and if with these points I could get a free weekend somewhere or a small gift, I would be (more) happy to spend a few minutes of my time to separate and collect aluminum.
It should work like this: every time I put some aluminum in its bin a very simple scale weights it, and for every gram I get 1 point. With 10.000 points I win something, and so on. Of course the amount of points and the gifts should be estimated considering actual value of new and recycled aluminum, in order not to give people the opportunity to buy aluminum and put it in the bins just to win gifts.. (Maybe aluminum bins should have small apertures so that people can't throw big pieces of aluminum)
By telling people how expensive is aluminum production and how easy it is to recycle this material, many people could be motivated to collect it separately to help environment and energy saving. The "marketing" of recycled products is important in order to raise awareness about recycling materials.
Amazing Africa
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Category nice