Archive for September 2012

Podcast - Screencast


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Alcune delle mie lezioni sono online con podcast e screencast (slide + voce), come in parte avviene anche al MIT. Questo è il futuro, finalmente un Paese evoluto.. è fantastico, estremamente utile e (ovviamente) perfettamente funzionante.

Kayak da provare!


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Questo kayak non è gonfiabile ma nemmeno propriamente rigido. Chiuso occupa lo spazio di un borsone (tipo golf) e pesa 23 kg. Una volta montato dicono (le recensioni) che sia molto versatile e paragonabile ai modelli completamente rigidi. Trasportabile in aereo, in bici e magari anche a spalle.

Ok. Da provare. Circa 3000 euro (anche meno in USA), ma forse ne vale la pena!


Crisi economica a suon di asini


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Un uomo con la cravatta si presentò in un piccolo paese. Si issò su una panchina e gridò a tutta la popolazione che avrebbe comprato in contanti, per 100 euro l’uno, ogni asino che gli avrebbero presentato. I contadini lo trovarono un po’ strano ma il prezzo era molto interessante e quelli che fecero l’affare se ne tornarono a casa con il borsellino pieno e la faccia gioiosa. L’uomo con la cravatta tornò l’indomani e offrì 150 euro ad asino così gran parte degli abitanti vendette le proprie bestie. I giorni seguenti ne offri 300 e quelli che non avevano ancora venduto vendettero gli ultimi asini del paese. Si accorse che non ne restavo uno e dichiarò a tutti che sarebbe tornato dopo una settimana per comprare ogni asino pagando 500 euro a testa e se ne andò.

L’indomani affidò al suo socio il branco di asini che aveva acquistato e lo mandò nello stesso paese con l’ordine di rivendere le bestie al prezzo di 400 euro l’uno. I contadini vedendo la possibilità di avere un beneficio di 100 euro la settimana successiva, ricomprarono i loro asini ad un prezzo 4 volte superiore di quanto avevano ricevuto nella vendita e, per farlo, dovettero chiedere un prestito alla banca. Come potete immaginare, i due affaristi se ne andarono a fare una meritata vacanza in un paradiso fiscale mentre i contadini si ritrovarono con degli asini senza nessun valore, indebitati sino al collo e rovinati.

Quei poveri diavoli di contadini tentarono invano di rivenderli per rimborsare il debito. Il valore dell’asino crollò. Le bestie furono sequestrate e poi affittate dalla banca ai loro precedenti proprietari. Però il banchiere andò dal sindaco spiegando che se non avesse recuperato i fondi si sarebbe rovinato anche lui e di conseguenza avrebbe dovuto chiedere il rimborso immediato di tutti i crediti concessi al comune. Per evitare il disastro, il sindaco, invece di dare denaro agli abitanti per pagare i debiti, dette denaro al banchiere, amico intimo del primo assessore… Purtroppo questi, dopo aver ripristinato i suoi fondi, non annullò i debiti dei contadini né quelli del comune che si ritrovò vicino alla bancarotta.

Vedendo i suoi debiti crescere e preso alla gola dai tassi d’interesse, il comune chiese aiuto ai comuni vicini ma questi risposero che era impossibile avendo subito anche loro gli stessi infortuni. Il banchiere consigliò, in un modo disinteressato, di ridurre le spese: meno soldi alle scuole, meno ai programi sociali, le strade, la polizia municipale… Si riportò in avanti l’età delle pensioni, si licenziarono gli impiegati municipali, si abbassarono gli stipendi e si aumentarono le tasse. Era, si diceva, inevitabile ma si promise di moralizzare quello scandaloso commercio degli asini...

Deutsch lernen


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Un modo simpatico e non-troppo-noioso per imparare il tedesco..!

First week


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First week is over! Sono volati i primi giorni di università, in cui ho finalmente iniziato i tanti corsi che sto per affrontare.. aule, docenti e contenuti dei corsi per ora sembrano "normali", cioè più o meno come ce li si può aspettare. In particolare le aule non sono futuristiche (come dovrebbero essere) però almeno ci sono prese della corrente distribuite in modo abbastanza capillare (ah che novità rispetto a Milano, ad esempio!).


Gli spazi interni ed esterni sono ovviamente puliti e molto grandi, mancano un po' di postazioni per studiare ma ci sono diverse aule informatiche liberamente utilizzabili (dove, tra l'altro, si possono stampare for free 800 facciate al semestre.. mica male..!).


E la città non smette mai di stupirmi.. ecco un po' di idee intelligenti che vedo applicate per la prima volta (o comunque che non sono così diffuse in altre città, né Europee né Americane):

Distributore di camere d'aria per la bicicletta.. un po' caro - 10 CHF - ma almeno c'è!


Distributore di biglietti per i mezzi pubblici, presente ad OGNI fermata, accetta carte di credito e vende perfino abbonamenti.. così si creano le condizioni perché la gente possa davvero comprare il biglietto, non come a Brescia dove bisogna cercare disperatamente un edicola perdendo almeno mezz'ora del proprio tempo..


Display relativo al percorso del mezzo presente su tutti i tram (compresi quelli più vecchi) e autobus, con tanto di voce (soft) che nomina la fermata.. e perfino tempi di percorrenza stimati (e ovviamente corretti).


Piste ciclabili iper-segnalate e separate dalle corsie delle auto, con percorsi preferenziali e accorgimenti importanti (come la linea di fermata al semaforo che è un metro dopo quella delle auto, cosicché i ciclisti siano visibili)


Bagni pubblici gratuiti e puliti distribuiti in modo capillare per la città, si trovano abbastanza facilmente in qualsiasi parco o vialetto (che città fantastica..)


E infine un po' di sano patriottismo, e ripeto "sano": avere qualche bandiera appesa in stazione o nelle vie principali della città stimola - secondo me - il senso di appartenenza.. senza sfociare in "territorialismi" radicali, chiaramente..


A volte mi capita di pensare "ci vorrebbe proprio.." e poco dopo di trovare ciò che cerco dietro l'angolo.. sembra davvero che i servizi della città siano pensati e realizzati sulle reali necessità delle persone che ci vivono e non sulla base di (assurdi) piani politici che poi rimangono inconclusi o si rivelano inutili e distruttivi (ogni riferimento all'Italia e a Brescia è puramente voluto). Anche qui ci sarà qualcosa che non funziona perfettamente (forse), ma l'apparenza è davvero positiva.

E dopo una settimana da ameba in attesa di riprendermi da una febbre-influenza passeggera non vedo l'ora di fare il bagno nel fiume!

Life in Switzerland: the beginning


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Inizia proprio in questi giorni la mia permanenza nella magnifica Svizzera, ed in particolare a Zurigo. Questa città si presenta pulita e ordinata in ogni suo angolo e ricca di incantevoli e suggestivi scorci. Il fiume che la attraversa e il lago nelle immediate vicinanze la rendono estremamente piacevole anche nei giorni più caldi dell'estate (in cui comunque le temperature sono abbastanza alte), e la vera meraviglia è sapere che l'acqua è talmente pulita da essere praticamente potabile, con addirittura decine di persone che ci fanno il bagno (sia nel lago che nel fiume).



Durante la mia prima visita in un week-end di Agosto ero (con papà) alla disperata ricerca di un appartamento per i prossimi due anni ed ho scoperto che è davvero una delle città con la più alta richiesta di affitti al mondo. Ci sono liste di attesa di decine di persone che aspettano la "risposta" del proprietario della stanza, che decide arbitrariamente (e chissà con quali criteri) a chi dare la casa, ovviamente a prezzi doppi o tripli (se non ancora più alti) rispetto alle tariffe a cui siamo abituati. Basta pubblicare l'annuncio in internet ed in meno di 24 ore ci sono più di 10 persone che chiedono di vedere le casa, così non dev'essere tanto difficile trovare qualcuno a cui darla.. mentre è davvero difficile (e più che altro "casuale") essere scelti e potersi mettere l'animo in pace, sapendo di avere un tetto per i prossimi mesi. Dopo qualche giorno di agonia sembra che le mie ricerche siano andate a buon fine e per ora tutto sta andando secondo i piani (ho trovato una prima casa per Settembre, in cui mi sono già sistemato, ed un'altra casa da Ottobre in poi), anche se la certezza come sempre si ha alla fine.

Le strade di Zurigo sono molto vivaci e colme di persone che passeggiano o si spostano in bici,  i mezzi pubblici sono estremamente frequenti (e ovviamente puntuali ed efficienti) mentre si vedono poche auto e ancor meno parcheggi (e in effetti parcheggiare ad Agosto è stata un'impresa ardua, soprattutto non volendo spendere decine e decine di franchi per poche ore di sosta)... perfino il parcheggio dell'Ikea si paga, impressionante!



Il primo evento "introduttivo" si è svolto ieri: "Understanding the Swiss – Going Beyond Stereotypes". Un simpatico docente parlava del mondo di approcciarsi a culture diverse da quelle dei nostri Paesi di provenienza, animando la presentazione con esempi e attività di vario tipo..

A proposito delle difficoltà legate alla comunicazione, questo video può rendere l'idea:


E non sono mancati neppure gli esempi di stereotipi "comuni", tipo..:

“Heaven is where the police are British, the cooks are French, the mechanics are German, the lovers are Italian and it is all organised by the Swiss. 
Hell is where the police are German, the cooks are English, the mechanics are French, the lovers are Swiss, and it is all organised by the Italians”.

In effetti arrivando in ritardo (io e un'altra ragazza italiana) abbiamo parzialmente avvalorato qualche stereotipo sul nostro Paese, suscitando anche l'ilarità generale quando - proprio mentre ci sedevamo - ci è stato chiesto da quale Paese venissimo.. l'unica nostra scusa è che ci abbiamo messo più di 20 minuti a trovare il luogo della conferenza, a causa delle indicazioni decisamente carenti sui cartelli universitari..

Lunedì ancora "Welcome events" e da martedì inizia una nuova esperienza all'ETH di Zurigo.

One more..


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E come sempre le sorprese non mancano.. La mia notte in stazione inizia verso le 2, quando mi dirigo verso la sala d'attesa e scruto il territorio in cerca della posizione perfetta per me. Incontro due signori che chiacchierano e uno di loro mi offre un caffè, mettendomi in guardia dalla stazione di Tortona e dai rischi che si corrono qui e in altre stazioni della zona.. Così parliamo di degrado, di politica, di economia e di società.. Scopro un interlocutore colto e acuto che riesce più volte ad arricchirmi.
Continuiamo fino alle 3, quando arriva il bus notturno che porta a Milano: il mio (nuovo) amico conosce il conducente e mi consiglia di caricare la bici sul bus e viaggiare subito verso Milano, facendomi guadagnare tra l'altro un paio d'ore di viaggio..
Incontri di strada.. Sempre inaspettati ed arricchenti.

Una giornata di emozioni


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Sbarco a Genova (da Olbia) la mattina presto, anche se non abbastanza presto per prendere il primo treno.. e così faccio colazione e aspetto pazientemente il successivo, e nel frattempo conosco Emanuela, una ragazza che a 15 anni ha fatto il giro della Corsica in bici con i suoi genitori e che ora si dice interessata al canyoning, e mentre chiacchieriamo scopro che ha fatto una tesi (in design) in Sudafrica su temi inerenti la sostenibilità ambientale.. STUPORE.
Arrivo ad Acqui Terme e mi dirigo all'avio superficie dove conto di usare le mie smartbox per volare nel cielo, e dovendo aspettare un paio d'ore mi dirigo a piedi in cerca di cibo. Lungo la strada un'auto si ferma e mi offre un passaggio, e scopro che si tratta di una simpatica famiglia che pranza con me alla sagra del paese.. CORDIALITA'. Il papà è un altro che sta per lanciarsi nel vuoto con il paracadute, così insieme torniamo alla base e dopo un po' di attesa mi fanno il briefing pre-lancio (gambe fuori, mani all'imbrago, bacino in avanti..) e mi vestono.


Salgo sul piccolo aereo che lentamente prende quota, e oltre all'altitudine aumenta l'ANSIA pre-lancio e le mille ipotesi di cosa potrebbe succedere.. poi l'ansia cede il posto all'ADRENALINA che raggiunge l'apice quando ci stacchiamo dall'aereo e ci lasciamo cadere nel vuoto, iniziando la discesa con un paio di pirolette involontarie per poi precipitare vertiginosamente verso terra.. un po' di PAURA che il mio istruttore non apra il paracadute in tempo e poi la TRANQUILLITA' durante la planata verso la basa, accompagnata da simpatiche spirali discendenti.


Concluso il BRIVIDO del lancio nel vuoto mi attende un nuovo volo, questa volta più lento e tranquillo. Uso infatti un "para-carrello" per sorvolare la zona circostante e scoprire la MERAVIGLIA di muovermi sospeso in aria, sognando con SPENSIERATEZZA di poter usare un giorno questo mezzo per veri e propri viaggi.


Concludo così le mie esperienze aeree e riprendo la bici in direzione Tortona, avendo perso l'ultimo treno utile Acqui Terme - Genova. Scende la sera e mi ritrovo solo con la mia piccola pila frontale, un po' IMPREPARATO ad affrontare i 45 km notturni che mi aspettano. Pedalo sotto un cielo sempre più stellato e mi affido completamente al telefono per trovare il tragitto più breve.. proprio questo mi distrae e in un attimo precipito in un fosso a bordo strada.. quando realizzo cos'è successo mi sento un po' STORDITO per aver perso il controllo del mio bici-articolato (bici + carrello con kite), ma con FORZA recupero la bici e ricomincio a pedalare. Se non fosse che il padrone della cascina lì vicino mi scambia per un ladro e mi insegue con un motorino, chiedendomi (con tono serio e rigido) cosa stessi facendo a bordo strada. Spiego l'accaduto e mi sento un po' RIDICOLO, per fortuna decide di credermi e di lasciarmi andare senza chiamare i carabinieri (come tra l'altro mi minaccia di fare). Proseguo quindi puntando di tanto in tanto il telefono ma senza tenerlo sotto controllo ogni minuto (per non cadere in un altro fosso), e così il cell mi scivola fuori dalla borsa e mi ritrovo poco dopo senza il mio strumento fondamentale di sopravvivenza (oltre che senza un oggetto di un certo valore..). DISPERATO lo cerco dappertutto ripercorrendo la strada all'indietro, con la mia frontale che ormai illumina sempre meno. SUPPLICO (alle 10 di sera..) una signora di chiamarmi in continuazione per aiutarmi a ritrovare il telefono e cresce nel frattempo il TERRORE di non riuscire nella mia impresa. Infine con grande GIOIA lo ritrovo (peraltro più o meno nel punto in cui mi sono reso conto di averlo perso, però nel frattempo ho rifatto un bel pezzo di strada avanti e indietro..) e in tutta FRETTA riparto verso Tortona, dove il treno è ormai in arrivo. Google Maps mi fa passare per strade sterrate in mezzo ai campi e il carrellino salta a destra e a sinistra (ma rimane sempre abbastanza stabile, per fortuna), io procedo con TENACIA sperando di arrivare in tempo ma ben presto realizzo di non potercela fare. Così mi arrendo al fato e decido di placare la mia FAME in una pizzeria, CONTENTO per aver ritrovato il mio telefono e un po' meno per aver perso l'ultimo treno della giornata. Con un po' di ECCITAZIONE per le mille imprese delle ultime ore mi appresto a trascorrere la notte in stazione, sperando che non riservi altre grosse sorprese, in quanto già (quasi) SAZIO delle emozioni vissute oggi..

Thanks Orza


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Concludo la mia esperienza nella base nautica di Orza Minore a Porto Pollo. Sette giorni in cui ho cucinato tanto (42 bocche da sfamare) imparando spesso in tempo reale nuove ricette ed esercitando con un po' di ansia le mie abilità culinarie (certamente non eccezionali!). E non solo cucina: nei giorni centrali un'alluvione ha portato mezzo metro di acqua in cantina, costringendoci a sollevare tutto e salvare elettrodomestici vari, oltre che a scavare canaline per l'acqua ed a collegare pompe trifase (spolverando nozioni di elettrotecnica..).
Il kite come al solito (ormai..) mi ha accompagnato, e (come solito) non è mai uscito dalla sua sacca, uffa. Poco vento nei momenti liberi, perfino in quest'isola nota proprio per le sue spiaggia ventose.. Ma io non demordo, e prima o poi riuscirò a sfoderare la mia splendida vela!
In base l'organizzazione mi è sembrata buona, orari ferrei e attività che si susseguivano con un buon ritmo. Staff abbastanza affiatata e posto buono per uscire in barca (vento permettendo). Il lavoro del "logista" (direi cuoco) mi è sembrato intenso e spesso impegnativo, spero che almeno abbia consolidato le mie capacità in cucina. Nel complesso penso sia un'esperienza da provare, sia per la sfida di gestire una cambusa da soli, sia per approfittare di una vacanza "a costo zero" in Sardegna (beh, se quantificassi le ore di lavoro...).
Ultima nota per un futuro giro in bici dell'isola: il breve tratto Olbia - Porto Pollo (40-50 km) è ricco di saliscendi brevi ma "spezza-ritmo", e qualcosa mi fa pensare che anche il resto dell'isola sia così..

Perché la matematica?


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Due settimane fa, l’inserto domenicale del New York Times ha pubblicato un articolo intitolato L’algebra è necessaria? A porsi la domanda non era ovviamente un matematico, o uno scienziato. Bensì, un politologo, preoccupato del fatto che ormai nelle scuole statunitensi la matematica sia diventata un ostacolo obbligatorio, che devono superare tutti coloro che poi vorranno iscriversi a qualunque tipo di corso di laurea all’università, scientifico o umanistico che sia.


“Pure i poeti o i filosofi devono studiare la matematica alle superiori”, si scandalizzava il povero politologo! E il suo argomento era che è giusto far sudare sulle equazioni o i polinomi gli studenti che se lo meritano, perché vogliono diventare ingegneri o fisici. Ma perché mai torturare gli altri, così sensibili, che vogliono invece scrivere versi o dedicarsi alla metafisica? Da noi, queste cose le dicevano Croce e Gentile un secolo fa, e il bel risultato che si ottiene a non far studiare la matematica agli umanisti lo si vede anzitutto dalle loro opere filosofiche, appunto.

Più in generale, non è certamente un caso che la filosofia analitica, che monopolizza il mondo anglosassone, sia così diversa da quella continentale, che domina nella vecchia Europa. Lo standard di rigore adottato dalla prima è infatti contrapposto allo stile letterario della seconda, e la matematica insegna anzitutto proprio quello standard. Questo è il primo motivo per studiarla: perché chi viene forgiato da una logica ferrea, nella quale un solo segno sbagliato può provocare disastri irreparabili, non si accontenterà più dei non sequitur di Heidegger o di Ratzinger, e rimarrà felicemente sordo alle sirene della metafisica filosofica o teologica.

Naturalmente, la ragione ha una sua bellezza. Dunque, il secondo motivo per studiare la matematica è educare l’occhio o l’orecchio della mente, per essere in grado di vederla o sentirla, questa bellezza. In fondo, nessuno si chiede perché si creano e si fruiscono l’arte o la musica: semplicemente, sono espressioni dello spirito umano, che soddisfano ed elevano chi le intende. Ma pochi sanno che c’è tanta bellezza nei progetti di Fidia, nelle fughe di Bach o nei quadri di Kandinsky, quanta ce n’è nei teoremi di Pitagora, di Newton e di Hilbert.

Gli esempi non sono scelti a caso. Perché nell’arte e nella musica ci sono, e ci sono sempre state, correnti razionaliste che parlano lo stesso linguaggio della matematica. E capire e apprezzare i loro prodotti richiede lo stesso grado di istruzione, e lo stesso livello di addestramento, che servono per capire e apprezzare i teoremi e le dimostrazioni. In entrambi i casi, all’insegna del motto che, certe cose, “intender non le può chi non le prova”.

E’ ovvio che certa arte e certa musica, allo stesso modo della matematica, richiedono uno sforzo superiore di quello sufficiente per guardare una pubblicità, orecchiare una canzonetta o leggere un romanzetto. Anche scalare l’Himalaya o le Alpi è più impervio che andare a passeggio, ma solo così si possono conquistare le vette, delle montagne o della cultura. E questo è il terzo motivo per studiare la matematica: perché lo sforzo di concentrazione e lo studio assiduo che sono necessari per fruirla, vengono ampiamente ricompensati dalle altezze intellettuali a cui elevano coloro che li praticano.

Infine, il quarto motivo per studiare la matematica è che serve. Senza le derivate e gli integrali, non avremmo la tecnologia meccanica ed elettromagnetica, dalle automobili ai telefoni. Senza la logica matematica, non ci sarebbero i computer. Senza la teoria dei numeri, i nostri pin sarebbero insicuri. Senza il calcolo tensoriale, i navigatori satellitari non funzionerebbero. Addirittura, senza la geometria non sarebbe stato scoperto il pallone da calcio.

Ma senza tutte queste cose, non saremmo comunque meno uomini, o uomini peggiori. Senza la ragione, la bellezza e la cultura, invece, sì. E’ per questo che la giustificazione utilitaristica, che di solito viene invocata per prima, qui appare non solo come last, ma anche come least: cioè, per ultima, anche in ordine di importanza.


Piergiorgio Odifreddi
Tratto da "La Repubblica"

Itaca


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Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.

I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Poseidone non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Poseidone incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti – finalmente, e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle e coralli, ambre ed ebano,
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta, più profumi
inebrianti che puoi,
va’ in molte città egizie,
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Ma soprattutto, non affrettare il viaggio:
fa’ che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
tu metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada,
senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in cammino: cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso,
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.

Costantinos Kavafis