Archive for June 2012

"Darwinian natural selection"?


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Matematici VS Ingegneri (?)


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Un gruppo di matematici e un gruppo di ingegneri si devono recare ad una conferenza, Entrambi i gruppi salgono sullo stesso treno, i matematici sono muniti ognuno di un biglietto, mentre gli ingegneri ne hanno uno solo...

Durante il viaggio, quando gli ingegneri vedono avvicinarsi il controllore e corrono tutti in bagno, 
il controllore bussa alla porta del bagno e chiede il biglietto, così gli ingegneri fanno passare il biglietto sotto la porta. I matematici stupiti decidono di fare lo stesso per il ritorno...


Al ritorno i matematici salgono sul treno con un solo biglietto mentre gli ingegneri salgono senza.. 
I matematici per non rischiare corrono fin da subito in bagno.. Dopo un po' uno degli ingegneri si avvicina alla porta del bagno e urla:"BIGLIETTI!!!"

"Alcune semplici verità"


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Quando leggo introduzioni come questa penso che ci sia ancora speranza per il sistema universitario italiano..

"Facendo gli esercizi si capisce la teoria, si mette in evidenza cio che si ` credeva di aver capito, si fissano le nozioni, si impara come utilizzarle. Un proverbio dice che tra il dire ed il fare c’`e di mezzo il mare. Questo proverbio si tocca con mano facendo gli esercizi. Le nozioni apprese a lezione o da un libro sembrano chiare ma al momento di metterle in pratica sono ... appelli o sessioni d’esame che passano! 
Da qui discende che teoria e problemi non devono essere separati nello studio di una materia, e tanto meno i problemi devono essere affrontati senza aver prima studiato la corrispondente teoria. Qualunque procedimento diverso si risolve in una devastante perdita di tempo, spreco di fatica e, fatto non trascurabile, porta all’oblio di tutto: formule, procedimenti e concetti, nel giro di poche settimane. Lo studio ideale consiste delle seguenti fasi: posizione di alcuni problemi, studio della teoria corrispondente ed infine risoluzione dei problemi mediante la teoria appresa.
Uno dei peccati capitali dell’insegnamento sta nello spiegare una teoria senza aver prima dato alcuni esempi di problemi che potranno essere risolti. E’ bene partire facendo un elenco di esempi, facendosi molte domande, creando la necessita di una teoria. Quello di iniziare una esposizione con la classica parola "Consideriamo..." è altamente sconsigliabile. E’ bene dare una panoramica delle problematiche, esaminare una serie di esempi, stuzzicare la curiosità dell’allievo mostrandogli dove si vuole arrivare, quello che si sara in grado di fare a fine corso, `mostrando immagini o fotografie o oggetti sui quali ci si pongono domande."


Fonte: http://www.dicar.units.it/mdp/tonti/ConsigliMeccanicaRazionale.pdf

In barca con le ali


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Wow. Una barca con le ali.. meravigliosa e geniale, meno attrito con l'acqua e grandi velocità.. fantastica!
Tutte le info qui: http://www.hydroptere.com/

Cosa (non) fare in caso di furto


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"L'Italia, il Belpaese, il posto peggiore per perdere (o farsi rubare) il portafogli!

Prendiamo come esempio Milano che conta circa 1,3 milioni di abitanti; se vi capita di smarrire il portafogli, contenente tutti i soldi e i documenti, verso le 20:00 in metropolitana ecco cosa vi aspetta.

Ore 20:00
Vi rendete conto di non trovare più il portafogli e iniziate freneticamente a cercarlo come dei pazzi per tutta la casa ma purtroppo niente da fare, non c'è.

Ore 20:20
In tutta fretta decidete di andare subito a fare denuncia e inforcata la bici (beh, se siete degli studenti fuori sede immagino non abbiate la macchina!!) partite per la caserma più vicina (circa 2 km da casa).

Ore 20:30
Arrivate ancora disperati per la perdita ma ancora ignari di quello che vi aspetta e trovate la caserma chiusa con scritto "Ufficio denunce 08-20, dalle 20 alle 08 caserma di via Pincopallino". Ah....un po' smarriti cercate dov'è via Pincopallino e con vostra immensa gioia scoprite che è in centro a Milano...insomma, lontana da voi! Ma dopotutto siete giovani e sportivi e partite in quinta per denunciare la scomparsa del vostro amato portafogli.

Ore 21:15
Eh si, la caserma era un po' lontana e voi non conoscete troppo bene Milano, ma una volta arrivati entrate in caserma fieri di averla trovata e raggiungete la sala d'attesa; è una stanza con 5 sedie vicina a lato dell'ingresso dove una dozzina di persona aspettano il loro turno....già, il turno! Cercate un biglietto per sapere quando toccherà a voi ma niente da fare. Allora chiedete e scoprite che la coda è autogestita, ci si ricorda chi c'è prima e via! Ebbene si, l'UNICA caserma aperta dalle 20 a mattina (non da mezzanotte, dalle 20!!!!) non ha alcun tipo di organizzazione per quanto riguarda la coda. Vi rassegnate e aspettate.

Ore 22:15
Iniziate a essere piuttosto nervosi anche perché in tutto questo tempo sono entrate negli uffici solo due persone! Pare che i verbali li facciano solo due agenti.... eppure nello nella guardiola dell'atrio ci sono ben sei agenti che guardano il cellulare, chiacchierano, telefonano o escono a fumare!

Ore 23:15
Qui siete ufficialmente incazzati! Non credete a quello che vedete e intanto sono entrate solo altre tre persone; l'attesa si prospetta molto lunga! Ma adesso viene il bello: uno dei sei agenti di "guardia" entra in sala d'attesa e dice: "se non dovete fare denunce importanti è meglio che tornate domani perché qui prima dell'una non andate a casa". Non c'è bisogno che vi dica cosa pensate.

Ore 24:00
Siete stesi nel vostro letto, senza portafogli e senza denuncia. Di aspettare li fino all'una proprio non ne avevate, anche perché probabilmente avreste rischiato l'arresto per offese a un pubblico ufficiale! Andrete domani mattina alle 08 alla caserma vicino a casa. 

Ore 08:30
Siete davanti alla caserma a aspettare che mezz'ora prima vi aprissero il cancello per fare denuncia!

Ah.....il Belpaese!!!!!"


Thansk to Giovanni Rossini (racconto autobiografico..!).

Auto ad aria compressa?


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Vedremo tra un anno.. ma sono quasi pronto a scommettere che sia l'ennesima bufala... (purtroppo).

Ci siamo, arriva l'auto ad aria
7000 euro e 100 km con 1 euro

In vendita a metà del prossimo anno la famosa MDI che ha fatto innamorare anche il colosso Tata. Il primo modello sarà un quadriciclo leggero. Ecco l'incredibile storia raccontata direttamente dal papà di questa macchina, Cyril Negre

di VINCENZO BORGOMEO

Tutto pronto: entro la metà del prossimo anno sarà in vendita l'attesissima auto ad aria, una macchina che nel serbatoio ha solo aria compressa, il sogno di tutti in un periodo di caro-carburante. La  Motor Development International (MDI), con sede in Lussemburgo, è infatti ormai a un passo dal lancio commerciale e in anteprima a Repubblica.it ha rilasciato tutte le informazioni di dettaglio sul suo progetto (che pubblichiamo integralmente come Pdf 1 - 2 - 3 ). Niente più segreti quindi. Si sa che costerà appena 7000 euro e che il primo modello ad arrivare sarà una city car, seguito poi da una gamma infinita di modelli, dalla berlina da famiglia alla piccola, dalla vetturetta per 14enni al Bus, passando per il veicolo commerciale, il trattore e il container. Non manca nulla, perfino un motore da attaccare a casa ad una presa di corrente per usarlo come generatore in caso di emergenza.
Evidentemente l'accordo stretto con la Tata nel gennaio del 2007 ha dato i suoi frutti e  -  soprattutto  -  la spinta giusta per passare dalla teoria alla pratica. "La prima auto ad aria ad arrivare sarà l'AirPod e sarà omologata come quadriciclo leggero "grande", quello per 16enni. Poi ci sarà anche una versione baby, per i 14enni, e quindi una macchina vera - spiega lo stesso Cyril Negre, responsabile tecnico dell'auto ad aria della Mdi, il figlio di Guy Negre il fondatore della MDI - la sfida è lanciata".

Quando parla di 'lanciare' a che mercato si riferisce? 
"All'inizio l'AirPod sarà consegnata in Francia e daremo la precedenza a chi l'ha già ordinata, poi sarà la volta di tutti i Paesi europei. Ma il concetto di commercializzazione per noi è un po' diverso: non avremo concessionarie, ma tante fabbriche".

Cioè chi la produce la vende anche?
"Si, esatto, nessuna concessionaria, ma officine: produciamo là dove vendiamo. Con vantaggi infiniti, economici, sociali. Pensi solo al fatto che un costruttore normale deve farsi carico di una logistica enorme perché produce in un solo posto e poi è costretto a spedire in tutto il mondo. Noi no. Da noi chi produce vende. Non paghiamo commissione al concessionario perché è la stessa fabbrica che vende la macchina, e questo abbassa enormemente i costi".

Si, ma dovrete avere diverse fabbriche, sparse per tutta Europa. E poi, scusi, perché prima parlava di vantaggi 'sociali'?
"I nostri piani di sviluppo sono molto precisi. Pensiamo di aver bisogno di 25 piccole fabbriche in Francia e 20 in Italia. Abbiamo già diversi contatti con molte aziende interessate a produrre le MDI". 

E il 'sociale'?
"Deve vedere il progetto da un'angolazione diversa, complessiva. Immagini di produrre un certo numero di auto in una sola officina o in 50 fabbriche sparse per tutta Europa. Nel secondo caso facciamo del bene perché serve il 30% di forza lavoro in più. Sembra uno svantaggio, ma è una grande vantaggio perché si entra nel tessuto sociale delle città, si dà forza alle famiglie. E poi non dimentichi che per fare ecologia, oggi, non  basta fare macchine pulite, ma è necessario fare macchine che costano poco. E che richiedono poca energia per essere prodotte. Proprio quello che facciamo noi. In più non trasportiamo macchine finite qua e là per l'Europa. Le produciamo in loco, questo riduce ulteriormente le emissioni (e i costi) del ciclo produttivo".

Quante macchine riesce a produrre ogni officina?
"Circa 7000 macchine".

Sta dicendo che solo in Italia volete produrre 140 mila pezzi l'anno?
"Si, alla fine è questo l'obiettivo. E sono stime prudenti perché quando la gente conoscerà il nostro prodotto ci sarà un vero boom della domanda. La macchina costa poco, ma soprattutto costa pochissimo da usare, meno di 1 euro per fare 100 km. E poi il nostro concetto produttivo avvicinerà il pubblico al prodotto. Questi numeri fanno impressione ma se li distribuisce su 20 fabbriche il discorso è diverso. Oggi nessuno si può svegliare e trasformare in costruttore. L'unica strada è quella di creare tante piccole officine. Distribuendo il know how, non macchine fatte, è tutto più facile e veloce".

Le fabbriche saranno veri stabilimenti o solo fabbriche cacciavite? Ossia produrranno davvero o assembleranno solo pezzi che arrivano da fuori?
"No, saranno assolutamente fabbriche vere. Dove l''80 per cento della macchina viene prodotta in loco".

Veniamo ai luoghi comuni. L'accusa più diffusa è che per comprimere l'aria serve un sacco di energia.
"Si, ma il discorso vale anche per l'auto elettrica dove l'immagazzinamento dell'energia costa tantissimo. In realtà se analizza il progetto completo, noterà che le nostre auto sono ultra economiche. Tenga presente che una bombola fa 20 mila cicli, pari a 2 milioni di chilometri, quindi dura più della macchina, e questo è molto importante perché ha un riflesso diretto sui costi. Molto spesso la gente dirà che non c'è energia nell'aria compressa. E' vero, ce ne è poca. Ed è vero che per comprimere l'aria serve più energia che per caricare una batteria. Ma poi per funzionare un'auto ad aria brucia meno energia perché è leggerissima, per cui nel ciclo 'dal pozzo alla ruota' la tecnologia auto-ad aria è vincente".

Torniamo alla macchina. Si può caricare in due minuti in una stazione di servizio specifica o in tre ore ad una normale presa di corrente. A bordo quindi c'è un compressore? 
"No, è lo stesso motore che spinge la macchina che funziona anche da compressore: non c'è motore e compressore, ma c'è solo un elemento che fa tutto. E che - volendo - può anche funzionare come generatore di corrente per appartamenti. Noi lo chiamiamo motore/alternatore. Bello no?". 

Forse troppo... A questo punto c'è una sola domanda possibile. Come si fa a comprarla?
"Basta andare sul nostro sito (www.mdi.lu) e aderire al sistema di pre-ordini. Tutto molto semplice".

Ma avere una gamma pazzesca, tante officine diverse, non rischia di complicare tutto?
"No, affatto. Anzi, le officine sono simili, ma usano tecnologie differenti. Quando i numeri di vendita crescono cambia il modo di produrre".

Qual è stata la cosa più complicata da realizzare?
"Il motore e la tecnologia. Poi una volta stabilito questo è stato tutto facile. Va detto però che per passare dalla vetturetta AirPod alla macchina grande (la AirOne) abbiamo dovuto mettere a punto un sistema che noi chiamiamo a doppia energia. Ossia fra la bombola e il motore c'è un piccolo motore benzina o diesel. Questo bruciatore (fuori dal motore ad aria) scalda l'aria prima del motore, quindi aumenta l'autonomia. La scalda a 600 gradi e non dà emissioni nocive, solo un po' di CO2, ma consente di triplicare l'autonomia quindi 350 km circa con consumi ridicoli: mezzo litro per fare 100 km". 

Parliamo di potenze e prestazioni.
"La piccola AirPod ha 7 Kw, ma una coppia completamente piatta di 45 Nm e una velocità massima di 80 Km/h. L'AirOne invece ha un motore da 15 Kw e fa i 100 orari. Ma è una macchina molto più grossa, pesa 400 kg. E poi c'è l'AirCity - ancora più grande - che non è più un quadriciclo leggero ma una macchina vera, fa i 130 orari ed ha con 25 Kw di potenza".

E' vero che la tecnologia dei veicoli ad aria compressa è antica?
"Si, c'erano carrelli nelle miniere che funzionavano così già nel 1870 e i francesi a inizio secolo fecero anche un tram, poi però arrivò il motore a scoppio...".

A proposito di motore a scoppio. Quelli fanno il pieno dai benzinai, in Italia ne abbiamo 20 mila. Le vostre stazioni di servizio invece?
"Sono tutte da fondare. Possono ricaricare una macchina in due minuti, ma non sono adatte ai privati, costerebbero troppo. Nel nostro progetto una stazione può rifornire fino a 85 macchine al giorno. Due minuti per riempire il serbatoio, poi il resto per pagare". 

Ma 85 pieni al giorno sono circa 100 euro, come fa a vivere un erede del vecchio benzinaio?
"Quel costo si riferisce a chi fa il pieno a casa, attaccandosi alla rete domestica di elettricità. Se si fa rifornimento in una stazione di servizio il costo è doppio, sono circa due euro. Sempre pochissimo, ma garantisce un buon margine di guadagno per il distributore perché noi li aiutiamo nella realizzazione dell'impianto. Una stazione di servizio normale, con compressori standard, costerebbe circa 130 mila euro, ma se invece si usano i nostri motori al posto dei compressori i costi si abbassano fino a 39 mila euro per stazione".

Ovviamente serve qualcuno che arrivi alle stazioni...
"Si, se non ci sono macchine in giro non c'è business. E' un sistema complesso, che va visto nell'insieme. Ed è questo che ha affascinato la Tata. Ha una visione globale".

Quando si parla di bombole la gente ha sempre paura...
"Ha ragione, ma lavoriamo con livelli di efficienza altissima. Siamo allineati la pressione di gonfiaggio del gas naturale con la differenza che dentro le nostre bombole non c'è Gpl o Metano, ma aria... Gonfiata a 248 bar. La bombola poi è la stessa di quelle del metano".

Quindi anche quelle vanno revisionate?
"Si, ogni 5 anni, vanno controllate per legge. Ma voglio essere chiaro: in questa macchina non c'è niente di strano, nel motore ci sono bielle e pistoni, mentre il circuito dell'aria è lo stesso delle auto a Gpl o metano. Per questo nel nostro progetto c'è anche la voglia di rimettere in moto i piccoli garage. Nel sistema vogliamo far tornare in vita le piccole officine che potranno fare la semplicissima manutenzione di cui hanno bisogno queste macchine che non inquinano, non sporcano, hanno un olio motore eterno, non hanno circuito dell'acqua, non c'è alta temperatura di funzionamento. E le macchine sono fatte di pochissimi pezzi. La carrozzeria ne ha solo tre. Ma non le ho parlato poi di altri vantaggi legati all'aria compressa".

Ce ne sono già abbastanza...
"No: la temperatura del motore è al rovescio, cioé caldo fuori e freddo dentro, cioé meno 20 gradi dentro la camera 'di combustione' (nome improprio perché non brucia nulla, ma solo per capire il discorso). Per cui usiamo i 'gas' di scarico per raffreddare l'abitacolo, al posto del condizionatore. Ci sarà poi anche un piccolo baule per raffreddare le bibite. In più l'aria compressa  può essere usata per fare sicurezza, per gonfiare aribag esterni e salvare i pedoni. Abbiamo già dei prototipi funzionanti simili a quelli della Volvo".

A proposito di pedoni, l'auto ad aria fa rumore?
"Si, più dell'auto elettrica, ma molto meno di un'auto normale. Ha un rumore diverso, perché deriva da una sequenza diversa. Al minimo non emette suoni perché il motore è fermo. Quando si accelera si sente uno sbuffo, un rumore indescrivibile, tutto suo, sembra quasi un motore a due tempi, ma con frequenze bassissime. Il motore poi alla velocità massima fa appena 1500 giri, quindi un ulteriore vantaggio".


Fonte: http://www.repubblica.it/motori/attualita/2012/06/07/news/arriva_l_auto_ad_aria-36653710/?fb_ref=s%3DshowShareBarUI%3Ap%3Dfacebook-like&fb_source=home_multiline

Quando la mafia si fa vedere..


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6 Novembre 2008 - ‘Ndrangheta, Operai minacciati in un cantiere della Salerno-Reggio Calabria


REGGIO CALABRIA – Operai di un cantiere che sta realizzando un lotto dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria sono stati minacciati da due uomini armati di fucile a canne mozze. E’ avvenuto stamani nei pressi di Bagnara Calabra, dove quattro operai dell’impresa Cossi di Sondrio sono stati fatti stendere a terra e minacciati di morte. Gli operai sono stati immobilizzati con i fucili puntati alla testa da due uomini incappucciati che dopo averli intimiditi hanno rubato un camion dell’impresa e si sono allontanati. Il mezzo è stato poi abbandonato dopo un centinaio di metri. Già in passato l’impresa aveva subito altre intimidazioni. Sulla vicenda indaga la squadra mobile di Reggio Calabria. (Ansa)


Fonte: http://www.calabrianotizie.it/2008/11/06/ndrangheta-operai-minacciati-in-un-cantiere-della-salerno-reggio-calabria/

Una strategia interessante per farsi assumere


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Da provare..!

Dal Po' al bicchiere


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Da dove arriva l'acqua che beviamo? Dal rubinetto, mi auguro. E fino al rubinetto la strada a volte è lunga e tortuosa.. A Torino ad esempio una parte dell'acqua che usano i cittadini viene prelevata dal Po', depurata e poi spedita in rete. Tra i vari impianti di trattamento ecco qualche foto di POTRE (cioè l'impianto di trattamento del Po' numero 3), che ho visitato in giornata.


Tutto inizia con "l'opera di presa":



L'acqua passa attraversa delle griglie (di cui vedete il sistema pulente, le griglie sono sommerse):


e quindi viene filtrata (in modo grossolano):


Arriva quindi ai primi bacini di sedimentazione, dove vengono aggiunti eventuali reattivi (come carbone attivo in polvere, sali di alluminio..) per eliminare picchi di inquinamento. Nella foto si vede il bacino circolare ed il carro ponte (in giallo, orizzontale) che ruota nel bacino:


I reattivi aggiunti vengono miscelati in vasche come questa (ora vuota):



Segue la fase di disinfezione, che in questo impianto avviene prevalentemente con ozono. Questo lo schema di produzione dell'ozono e di insufflazione nel flusso di acqua:


L'ozono viene prodotto a partire dall'aria atmosferica in appositi reattori: 


Quindi un'ulteriore fase di sedimentazione in bacini combinati in cui avviene chiariflocculazione e sedimentazione. Vengono dosati ulteriori reattivi per coagulazione ed ulteriore azione chimica (come rimozione di ammoniaca) e si rimuovono i fanghi in eccesso.
Il sistema Cyclofloc funziona mediante aggiunta di sabbie che facilitano la sedimentazione:


Mentre altri bacini ("Accelator") utilizzano il ricircolo di fanghi:


Infine la fase di filtrazione mediante letti di sabbia e carboni attivi:

 


Penso sia interessante rendersi conto che l'acqua che beviamo, che ovviamente è controllata ed adeguata al consumo umano, può provenire anche da fonti potenzialmente inquinate come un fiume. I trattamenti che subisce - di per sé semplici e non eccessivamente costosi - la rendono perfettamente paragonabile all'acqua che vendono in bottiglia (che - magari - contiene anche impurità della plastica..), ad un costo decisamente minore.. e questo fa riflettere su quante persone si ostinino a comprare acqua in bottiglia quando dal loro rubinetto esce un prodotto ancora più controllato e sicuro (e soprattutto più economico).

Il trattamento delle acque è un campo decisamente interessante, soprattutto se si pensa a quante persone nel mondo non hanno ancora accesso ad acqua potabile.. spesso è dato per scontato, ma avere acqua potabile ogni giorno in ogni momento non è poco.

I soliti americani..


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Conversazione realmente registrata sulla frequenza di emergenza marittima sul canale 106 a largo della costa di  Finisterra (Galicia), tra Galiziani e Americani - 16 ottobre 1997


Spagnoli:
(rumore di fondo) Vi parla l'A-853,  per favore, virate 15 gradi sud per evitare di entrare in collisione con noi. Vi  state dirigendo esattamente contro di noi, distanza 25 miglia nautiche. 


Americani:
(rumore di fondo) Vi suggeriamo di virare 15 gradi nord per evitare la collisione 


Spagnoli:
Negativo. Ripetiamo, virate 15 gradi sud per evitare la collisione


Americani:
(un'altra voce) Vi parla il Capitano di  una nave degli Stati Uniti d'America. Vi intimiamo di virare 15 gradi nord per evitare  la collisione.


Spagnoli:
Non lo consideriamo fattibile, ne conveniente, vi suggeriamo di virare di 15 gradi per evitare di scontrarvi con noi.


Americani:
(tono accalorato) VI PARLA IL CAPITANO  RICHARD JAMES HOWARD, AL  COMANDO DELLA PORTAEREI USS LINCOLN, DELLA MARINA DEGLI STATI UNITI D'AMERICA, LA SECONDA NAVE DA  GUERRA PIU' GRANDE DELLA FLOTTA AMERICANA. CI SCORTANO 2 CORAZZATE, 6  DISTRUTTORI, 5 INCROCIATORI, 4 SOTTOMARINI E NUMEROSE ALTRE NAVI  D'APPOGGIO. NON VI "SUGGERISCO", VI "ORDINO"  DI CAMBIARE LA VOSTRA ROTTA DI 15 GRADI NORD. IN CASO CONTRARIO CI VEDREMO COSTRETTI A PRENDERE LE  MISURE NECESSARIE PER GARANTIRE LA SICUREZZA DI QUESTA NAVE.
OBBEDITE  INMEDIATAMENTE E TOGLIETEVI DALLA NOSTRA ROTTA!!!



Spagnoli:
Vi parla Juan Manuel Salas Alcantara. Siamo 2 persone. Ci scortano il nostro cane, il cibo, 2 birre, e un canarino che adesso sta dormendo. Abbiamo l'appoggio della stazione radio "Cadena Dial de La Coruña" e il canale 106 di emergenza  marittima. Non ci dirigiamo da nessuna  parte, visto che parliamo dalla terra ferma, siamo nel faro A-853 di Finisterra sulla costa Galiziana. Non abbiamo la più pallida idea di che posto abbiamo nella classifica dei fari spagnoli. Potete prendere le misure che  considerate opportune e fare quel ca**o che vi pare per garantire la sicurezza della vostra nave di m***a che si sfracellerà sulla roccia. Pertanto insistiamo di nuovo e vi  suggeriamo di fare la cosa più sensata e di cambiare la vostra rotta di 15 gradi sud per evitare la collisione.


Americani:
Bene, ricevuto, grazie.