Avendo completato non molto tempo fa la mini-serie sulla mia
“lunga estate” mi sembra opportuno lanciare ora il naturale sequel a proposito
di quello che sta per diventare un “lungo inverno”.
Rientrare all’ETH a Settembre è stato.. diverso. Dopo l’esperienza
in Australia mi sentivo un po’ fuori luogo tra i banchi dell’università in
mezzo a tanti altri studenti, talvolta appena laureati nella triennale. Ho
seguito i corsi con interesse forse più maturo, interagendo maggiormente e più
liberamente e cercando di svincolarmi dal freddo rapporto studente-docente. Non
che mi sia preso particolari “libertà” o che mi sia sentito in alcun modo “diverso”,
semplicemente ho partecipato principalmente come una persona interessata ai
contenuti, come tra l’altro ho sempre cercato di fare. E il ricordo dell’esperienza
in azienda è rimasto sempre vivo e presente, spingendomi a cercare sempre l’applicazione
pratica dei concetti presentati, e stimolandomi ad andare oltre alla semplice
relazione matematica.
Ad inizio semestre come al solito mi sono sommerso di corsi,
dimenticandomi – ingenuamente – di “allocare” tempo ad altre attività (sport,
studio delle lingue, interessi..). Il vantaggio di aver scelto tanti corsi –
alcuni dei quali improbabili nel mio curriculum – è che ho avuto modo di
avvicinarmi a materie e professori nuovi. Ad esempio in un corso avanzato di
catalisi (nonostante non abbia mai fatto il base) ho avuto modo di incontrare
un docente giovane, bravo e straordinariamente produttivo in ambito
scientifico, oltre ad aver visto dal vivo una fabbrica dove producono catalizzatori
chimici. Nel contesto di un corso di materiali ho visitato l’azienda Dow
Chemicals, in particolare quei reparti di R&D dove tutti i giorni si
applicano quelle conoscenze essenziali che si studiano in università. Ed infine
è grazie ad un corso di “Progettazione del prodotto chimico” (chiaramente
adatto al mio curriculum..) che mi sono ritrovato a lavorare su robot ad
esplosioni controllate, cuori artificiali (a combustione) ed altri progetti
assolutamente originali ed innovativi..
Nonostante il lavoro di ricerca in università ed i numerosi
esami di gennaio/febbraio sono riuscito a ritagliarmi qualche giorno di sci e anche
qualche uscita su cascate di ghiaccio con la scuola Ugolini di Brescia. E a
Marzo sono perfino riuscito a trascorrere una settimana a Fuerteventura con la
famiglia, dove ho cercato di migliorare le mie abilità di kite-surfer,
nonostante il vento abbia minacciato di abbandonarmi più volte! Consiglio
assolutamente il sud dell’isola (Costa Calma), nei pressi della famosa laguna
dove tra l’altro si trova anche la scuola René Egli. Il centro kite non è male,
sicuramente è molto attrezzato e i prezzi sono (quasi) ragionevoli, tuttavia la
qualità delle lezioni è bassa (l’istruttore sta in spiaggia – come non averlo),
per cui consiglio assolutamente di portarsi il proprio materiale e piazzarsi in
laguna (al sicuro quindi, non nell’oceano!) per imparare autonomamente.
Rientrato a casa ho avuto giusto il tempo di infilare tutto
nell’ennesima valigia e prepararmi a ripartire, pronto per tornare in VastSolar
ancora per qualche mese, direi quasi per concludere ciò che avevo iniziato. E
così tutto si è ripetuto come poco più di un anno fa, e dopo un lungo volo sabato
sera mi sono ritrovato di nuovo nella vibrante Sydney, pronto per una (quasi)
nuova esperienza.