Archive for April 2015

Back


.

Al lavoro già da tre settimane! E ovviamente mi sembra di essere arrivato solo ieri, nonostante abbia già sul tavolo mille tasks diversi di cui occuparmi ed ogni giorno sembri riservare nuove sorprese. Rientrare in azienda è stato un po’ come non essermi mai allontanato, nonostante negli ultimi nove mesi sia cambiato tanto: ora abbiamo una fabbrica, migliaia di specchi sul campo, 5 torri, decine di operai ed un nuovo ufficio (nonostante sia in condizioni indecenti a causa di ridicole scelte manageriali..). Ho ritrovato gli amici ed i colleghi che ho lasciato ed è stato simpatico scoprire come per certi aspetti non siano cambiati, proprio come se li avessi visti fino a ieri.

C’è molto fermento in azienda per le deadline ed in particolare per i primi test che effettueremo tra poco. Per certi versi il futuro stesso dei nostri progetti dipende dall’esito dei primi test, per cui c’è molta pressione non solo per produrre risultati velocemente, ma anche perché tutto vada bene e funzioni perfettamente. Penso ci sarà da divertirsi..!

Stiamo ancora finendo la produzione degli specchi (nonostante il grosso sia fatto), montando le torri pivotanti (che spesso issiamo ed abbassiamo per vari motivi) e montando tutte le tubature. Io in particolare sto eseguendo test idrostatici e coordinando i lavori di isolamento termico delle tubazioni.. il che vuol dire che ora sono un “supervisor” di 2/3/4 operai e che ogni giorno stabilisco i lavori da eseguire, preparo il materiale, discuto il piano di azione.. e talvolta lavoro con loro, sia per controllare che la tecnica impiegata sia la migliore possibile che per avere un feedback diretto di cosa si può migliorare, come si può rendere più rapido e semplice. Il lavoro di isolamento è lungo e spesso noioso e ripetitivo, quindi ovviamente le condizioni dell’operatore devono essere le migliori possibili per evitare che alla stanchezza fisica si sommi la frustrazione di essere scomodo o involutamente lento. Non che io abbia grande esperienza alle spalle come supervisore/coordinatore in un contesto aziendale, però credo davvero che il contatto e il rapporto diretto con chi fisicamente lavora sul campo sia alla base di una buona intesa e della buona riuscita di tutto il lavoro.

C’è ancora molto da fare, specialmente perché avendo già tutti i componenti principali in posizione si tende a convincersi che ormai manchi poco, mentre sono proprio tutte i lavori “di fino” a protrarsi per mesi. Tante scelte iniziali si sono dimostrate azzeccate, nonostante su alcune delle quali non avrei scommesso (come ad esempio le torri pivotanti). Altre scelte invece si sono rivelate ridicolmente sbagliate, sulle quali – onestamente – ho sempre dubitato (come ad esempio il fatto che le torri vengano issate ed abbassate “a mano”, sprecando 3/4 persone per ore).

Mi aspettano settimane di lavoro intenso (più di 10 ore al giorno) in cui metteremo insieme gli ultimi elementi della centrale. Non sono ancora riuscito a farmi un’idea precisa di quando potremo “girare la chiave” e far partire la turbina, spero che succeda entro 3/4 mesi, anche se è difficile quantificare la durata del resto dei lavori. Per ora facciamo del nostro meglio per non mancare le deadline (o per recuperare il ritardo..) e produrre buoni risultati!

Il mio lungo inverno. Parte 1.


.

Avendo completato non molto tempo fa la mini-serie sulla mia “lunga estate” mi sembra opportuno lanciare ora il naturale sequel a proposito di quello che sta per diventare un “lungo inverno”.

Rientrare all’ETH a Settembre è stato.. diverso. Dopo l’esperienza in Australia mi sentivo un po’ fuori luogo tra i banchi dell’università in mezzo a tanti altri studenti, talvolta appena laureati nella triennale. Ho seguito i corsi con interesse forse più maturo, interagendo maggiormente e più liberamente e cercando di svincolarmi dal freddo rapporto studente-docente. Non che mi sia preso particolari “libertà” o che mi sia sentito in alcun modo “diverso”, semplicemente ho partecipato principalmente come una persona interessata ai contenuti, come tra l’altro ho sempre cercato di fare. E il ricordo dell’esperienza in azienda è rimasto sempre vivo e presente, spingendomi a cercare sempre l’applicazione pratica dei concetti presentati, e stimolandomi ad andare oltre alla semplice relazione matematica.

Ad inizio semestre come al solito mi sono sommerso di corsi, dimenticandomi – ingenuamente – di “allocare” tempo ad altre attività (sport, studio delle lingue, interessi..). Il vantaggio di aver scelto tanti corsi – alcuni dei quali improbabili nel mio curriculum – è che ho avuto modo di avvicinarmi a materie e professori nuovi. Ad esempio in un corso avanzato di catalisi (nonostante non abbia mai fatto il base) ho avuto modo di incontrare un docente giovane, bravo e straordinariamente produttivo in ambito scientifico, oltre ad aver visto dal vivo una fabbrica dove producono catalizzatori chimici. Nel contesto di un corso di materiali ho visitato l’azienda Dow Chemicals, in particolare quei reparti di R&D dove tutti i giorni si applicano quelle conoscenze essenziali che si studiano in università. Ed infine è grazie ad un corso di “Progettazione del prodotto chimico” (chiaramente adatto al mio curriculum..) che mi sono ritrovato a lavorare su robot ad esplosioni controllate, cuori artificiali (a combustione) ed altri progetti assolutamente originali ed innovativi..

Nonostante il lavoro di ricerca in università ed i numerosi esami di gennaio/febbraio sono riuscito a ritagliarmi qualche giorno di sci e anche qualche uscita su cascate di ghiaccio con la scuola Ugolini di Brescia. E a Marzo sono perfino riuscito a trascorrere una settimana a Fuerteventura con la famiglia, dove ho cercato di migliorare le mie abilità di kite-surfer, nonostante il vento abbia minacciato di abbandonarmi più volte! Consiglio assolutamente il sud dell’isola (Costa Calma), nei pressi della famosa laguna dove tra l’altro si trova anche la scuola René Egli. Il centro kite non è male, sicuramente è molto attrezzato e i prezzi sono (quasi) ragionevoli, tuttavia la qualità delle lezioni è bassa (l’istruttore sta in spiaggia – come non averlo), per cui consiglio assolutamente di portarsi il proprio materiale e piazzarsi in laguna (al sicuro quindi, non nell’oceano!) per imparare autonomamente.

Rientrato a casa ho avuto giusto il tempo di infilare tutto nell’ennesima valigia e prepararmi a ripartire, pronto per tornare in VastSolar ancora per qualche mese, direi quasi per concludere ciò che avevo iniziato. E così tutto si è ripetuto come poco più di un anno fa, e dopo un lungo volo sabato sera mi sono ritrovato di nuovo nella vibrante Sydney, pronto per una (quasi) nuova esperienza.