"Le 12 tecnologie dirompenti che cambieranno il mondo"


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(...) Nel giro di un paio di settimane, infatti, sia gli analisti di una grande banca - Citigroup - sia quelli di una grande società di consulenza - McKinsey - sono usciti con un elenco di tecnologie che definiscono "dirompenti". Non perché scientificamente nuove, ma perché capaci di far compiere un brusco salto all'economia, in termini di maggiore produttività e di qualità dei consumi, paragonabile a quello che si è verificato con il computer o, prima ancora, con i motori elettrici. (...)

Il grosso delle innovazioni che stanno per prendere il volo ruota intorno all'informatica. A cominciare da Internet mobile, cioè dal "sempre connessi", grazie ad apparecchi sempre più piccoli, più leggeri e più potenti, con applicazioni sempre più varie, specifiche, in grado di moltiplicare contatti, interazioni, scambi, di presentarci la realtà virtuale, di inventare nuovi modi di lavorare e di divertirsi. Direttamente contigui a Internet mobile sono i tagli di costi e la flessibilità che dà la possibilità di scaricare programmi e applicazioni dalla "nuvola", anziché tenerli sui propri pc e server. Contemporaneamente, quello che Internet mobile è per le persone diventa per gli oggetti l'"Internet delle cose": la distribuzione di sensori (nei magazzini, nelle strade, di fatto ovunque) che raccolgono dati, li trasmettono perché vengano processati e si agisca di conseguenza, modificando il tragitto di un pacco, la quantità di pomodori sugli scaffali del supermercato o la dislocazione di poliziotti ad una manifestazione.

Su queste fondamenta sta sviluppandosi un mondo del lavoro, molto diverso da quello che conosciamo. Le tecniche di riconoscimento vocale (che consentono al computer di comprendere direttive rilasciate a voce, nel normale linguaggio quotidiano) unite a Big Data, cioè all'analisi praticamente istantanea di masse enormi di dati consente di sostituire, dopo il lavoro manuale e quello di routine negli uffici, anche lavoro qualificato, come quello di avvocati e, in parte di medici. Mentre, in fabbrica, robot sempre più sofisticati e flessibili occupano un numero crescente di processi produttivi. In molti casi, peraltro, la fabbrica stessa potrebbe sparire. La stampa a 3D, con la sua capacità di produrre beni unici e su misura, come gli artigiani di una volta, rovescia i principi radicati della produzione di massa e delle economie di scala, almeno per le categorie di beni a maggior valore aggiunto. Mettete insieme un po' di queste innovazioni e vi trovate di fronte un mondo dove, già oggi, è possibile pensare ad un robot che estrae le vostre scarpe su misura da una stampante a 3D, le carica su un camion senza guidatore, che Google ha dimostrato essere facilmente gestibile, il quale, a sua volta, grazie all'Internet delle cose lo consegni a casa vostra.

Dove le prospettive della vostra salute sono migliori di ieri, grazie a due altre tecnologie. La prima è la medicina personalizzata, resa possibile dalla genetica, ovvero dalle sequenze individuali del Dna, sulla cui base stabilire e dimensionare cure e prevenzioni. E, con la seconda, le nanotecnologie che fanno manipolare l'infinitamente piccolo, queste cure e prevenzioni possono avvenire non più a livello di intero organismo, ma anche di singole cellule. (...)

Le ultime tre tecnologie della lista McKinsey riguardano l'energia. Le nuove tecniche di estrazione di petrolio e gas dalle rocce impermeabili (shale gas e shale oil) stanno riproponendo il paradigma di una energia a buon mercato, anche se continua a non essere inesauribile. A questo, però, provvedono le energie alternative, in particolare il fotovoltaico solare, i cui costi stanno scendendo con rapidità pari all'aumento dell'efficienza. La promessa del solare, tuttavia, resta sospesa se non si trova il modo di immagazzinare un'energia che arriva in modo volatile e incostante. Nel mondo dell'energia è la sfida che conta: nanomateriali e grafene potrebbero darci una batteria, finalmente, all'altezza delle altre tecnologie.

(...) Il buco nero sono i posti di lavoro. Nelle fabbriche che gli americani stanno rimpatriando dalla Cina lavora il 30 per cento degli addetti che c'erano prima del grande esodo, grazie a robot e automazione. Fra il 1970 e il 2010, con la diffusione dei computer, negli uffici americani è sparito il 50 per cento dei contabili, commessi, segretarie, telefoniste, dattilografe. Adesso, con Big Data, anche tecnici, avvocati, manager sono a rischio. Mentre le macchine senza guidatore mandate in giro da Google scavano la terra sotto i piedi a tassisti e camionisti. Il futuro è ancora da scrivere: tuttavia, avvertivano, già un anno fa, nel loro libro "Race against the machine" due studiosi del Mit, il progresso tecnologico fa aumentare la produttività, ma non sta scritto da nessuna parte che i benefici saranno distribuiti equamente.


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