[...] Lo slancio in avanti del Politecnico di Milano, che l'anno scorso aveva annunciato «solo lezioni in inglese dal 2014», è stato fermato dai giudici del Tar che hanno accolto ieri il ricorso presentato da un centinaio di professori dell'ateneo. Difeso il primato della lingua italiana sancito dalla Costituzione, anche per l'insegnamento nelle nostre università. Il rettore Giovanni Azzone era pronto a escludere l'italiano dalle lauree specialistiche e dai dottorati, «per un ateneo internazionale», «per formare professionisti pronti per un mercato globale». È di un anno fa la delibera del senato accademico sull'uso esclusivo dell'inglese annullata ieri. [...]
Il primo annuncio del rettore ingegnere Giovanni Azzone con l'allora ministro Francesco Profumo era stato all'inizio del 2012. «Lezioni solo in inglese entro due anni». «Perché dobbiamo formare capitale umano di qualità in un contesto internazionale per rispondere alle esigenze delle imprese e a quelle degli studenti che chiedono di essere pronti per un mercato mondiale del lavoro», la motivazione del rettore. E aveva spiazzato molti, dentro e fuori dal Politecnico. Sull'esclusione dell'italiano subito un vivace dibattito. Voci diverse, dagli atenei all'Accademia della Crusca. Lo slancio forte, verso l'internazionalizzazione divideva i professori, anche in un ateneo che conta già oltre venti corsi di laurea e altrettanti dottorati in inglese. Il punto critico? La scelta obbligata. Insegnare e imparare «esclusivamente» in una lingua diversa. Eliminare l'italiano. La svolta del Politecnico incide sulla libertà di insegnamento e sul diritto allo studio, si legge nella sentenza dei giudici amministrativi. [...]
Fonte: Corriere
Un altro passo indietro - o comunque un mancato passo avanti - dell'università italiana. Come se studiando in inglese si perdessero le proprie radici e ci si dimenticasse la propria lingua e la propria cultura. Come se aprirsi le porte per una carriera internazionale ed una maggiore "spendibilità" sul mercato mondiale non contassero nulla rispetto ad un'ottima lezione in perfetto italiano certificato dall'Accademia della Crusca. Come se, nonostante l'ingegneria parli inglese ovunque nel mondo, studiarla in italiano avesse davvero dei benefici.
Peccato che le resistenze di pochi professori, forse un po' troppo avversi ed impauriti dal cambiamento, abbiano conseguenze importanti sul futuro di molti studenti, che ai "cambiamenti" devono farci l'abitudine.
Interessante articolo al riguardo:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/26/milano-paradosso-al-politecnico-lingua-inglese-e-minaccia/606737/