"Ultimo lamento.."


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"Questo è il mio secondo anno di università e, anche se dispiace doverlo ammettere, già sento la mia curiosità e fantasia morire lentamente e inesorabilmenteSperavo, anzi ero quasi convinto, che l'università fosse punto di riferimento per chi volesse costruire qualcosa per il proprio futuro, in realtà sta diventando il punto di riferimento per chi del suo futuro ha paura; per chi preferisce non pensarci galleggiando a tempo indeterminato e pensando che un titolo scritto su un pezzo di carta possa, come per magia, farlo diventare pronto ad affrontare quelle responsabilità da cui era scappato.
Mi chiedo poi a cosa serva fare dieci, dodici esami all'anno. Darò io una breve risposta. Significa concentrare la propria attenzione sul passare in fretta gli esami non preoccupandosi se si è realmente assimilato quanto studiato. Significa non poter approfondire nulla, studiando solo lo stretto indispensabile. Significa bere concetti senza poter dare ad essi una forma; senza cioè avere la possibilità di creare attorno ad un concetto un proprio ragionamento. E’ questo il punto su cui vorrei soffermarmi.
Prima ho parlato di fantasia e curiosità perché, forse un po' ingenuamente, pensavo che essere ingegnere volesse dire ricercare sempre il perché delle cose, trovare soluzioni a qualsiasi problema a partire dal ragionamento. Questo sistema di studio mi impedisce di essere curioso sopprimendo la mia voglia di ragionare obbligandomi a cadere in una sterile, inutile e soporifera forma di tecnicismo. Questa non è ingegneria e inviterei chi di dovere ad avere il coraggio di dare un nuovo nome alla facoltà: Istituto Tecnico Superiore. [...]
Chiedo agli studenti di essere più maturi perché capiscano che se sono qui è perché hanno fatto un investimento su se stessi. Chiedo ai professori di abituarsi a spingere i propri studenti a ragionare e a chiedersi il perché delle cose. Chiedo, sempre ai professori, di cercare di imprimere nello studente l’amore e la passione per la conoscenza. Cercate di costruire delle persone non degli automi. Avete la fortuna di poter insegnare che è il mestiere più importante: non dimenticatevelo."


Lettera di un bravo studente di ingegneria navale
(trovata per caso nel web)

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