Alcune considerazioni interessanti tratte da questo articolo (e questo) sul problema dell'immigrazione che da alcune settimane è un tema sempre più caldo:
...a giugno 2015 in Italia c’erano 48.300 persone che hanno presentato domanda di asilo, lo 0,08 per cento della popolazione, contro i 306.000 della Germania (0,38 per cento). In Spagna sono lo 0,02 per cento, in Gran Bretagna lo 0,05. I famosi 35 euro al giorno non vanno agli immigrati, ma sono il costo individuale del loro mantenimento, spesso i gestori dei centri Cara non erogano neppure i 2,5 euro quotidiani di “pocket money” che dovrebbero garantire un minimo di autonomia agli ospiti.
Il sistema di protezione Sprar del Ministero dell’Interno, quello che tutela i rifugiati, ha accolto nel 2014 22.961 persone, in deciso aumento rispetto alle 12.600 dell’anno e ai 7.800 del 2012. Non c’è alcuna evidenza statistiche che i migranti regolari delinquano più degli italiani. Per quelli irregolari è un altro discorso, ma provate voi a sopravvivere in un Paese straniero senza documenti e senza possibilità di trovare un lavoro…
[Commento sulle soluzioni proposte al problema:]
- “Aiutiamoli a casa loro”. Siamo tutti d’accordo che se l’Africa fosse ricca come la California i migranti non partirebbero, ma così non è. Da decenni si tentano politiche in via di sviluppo, danno risultanti alterni e lenti, come evidente non bastano a frenare le migrazioni. Come ha osservato l’economista Leonardo Becchetti, il miglior modo per “aiutarli a casa loro” è lasciare che quelli che arrivano in Europa abbiano un lavoro e possano mandare a casa i propri risparmi, così da mantenere le famiglie (e disincentivarle a partire).
- “Non possiamo accoglierli tutti”. E perché? Philippe Legrain lo ha spiegato bene sul Fatto Quotidiano, l’Europa sta invecchiando, il suo welfare sarà sostenibile solo grazie agli immigrati. Ma soprattutto, da un punto di vista morale, questa tesi equivale a: “Dobbiamo farne morire un po’ in mare”, visto che la nostra eventuale ritrosia all’accoglienza non scoraggia certo le partenze.
- “Bisogna risolvere i problemi geopolitici che causano le crisi da cui i profughi scappano”. Vero. Peccato che [...] la Russia di Vladimir Putin [...] sorregge il regime di Bashar al Assad in Siria, focolaio di tutti i disastri degli ultimi cinque anni, prima con una guerra civile di cui l’Occidente dovrà vergognarsi per i prossimi secoli e poi con la totale mancanza di controllo del territorio a beneficio dell’Isis, il sedicente Stato islamico. Lo stallo sulla Siria è una delle ragioni che rende difficile, se non impossibile, affrontare il caos in Libia.
[...] Il problema dell’immigrazione non è facile da risolvere. Anzi, è impossibile da risolvere, si può solo gestire. Il dibattito si è finalmente ridotto alla sua essenza: quanti morti siamo disposti ad accettare per difendere la nostra “fortezza europa”? Dopo la morte di Aylan l’Europa, e gli europei, sembrano aver deciso che ogni morte è una tragedia, anche se a morire non è un inglese o un tedesco ma un curdo, un eritreo, un siriano.