Archive for May 2013

"Le 12 tecnologie dirompenti che cambieranno il mondo"


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(...) Nel giro di un paio di settimane, infatti, sia gli analisti di una grande banca - Citigroup - sia quelli di una grande società di consulenza - McKinsey - sono usciti con un elenco di tecnologie che definiscono "dirompenti". Non perché scientificamente nuove, ma perché capaci di far compiere un brusco salto all'economia, in termini di maggiore produttività e di qualità dei consumi, paragonabile a quello che si è verificato con il computer o, prima ancora, con i motori elettrici. (...)

Il grosso delle innovazioni che stanno per prendere il volo ruota intorno all'informatica. A cominciare da Internet mobile, cioè dal "sempre connessi", grazie ad apparecchi sempre più piccoli, più leggeri e più potenti, con applicazioni sempre più varie, specifiche, in grado di moltiplicare contatti, interazioni, scambi, di presentarci la realtà virtuale, di inventare nuovi modi di lavorare e di divertirsi. Direttamente contigui a Internet mobile sono i tagli di costi e la flessibilità che dà la possibilità di scaricare programmi e applicazioni dalla "nuvola", anziché tenerli sui propri pc e server. Contemporaneamente, quello che Internet mobile è per le persone diventa per gli oggetti l'"Internet delle cose": la distribuzione di sensori (nei magazzini, nelle strade, di fatto ovunque) che raccolgono dati, li trasmettono perché vengano processati e si agisca di conseguenza, modificando il tragitto di un pacco, la quantità di pomodori sugli scaffali del supermercato o la dislocazione di poliziotti ad una manifestazione.

Su queste fondamenta sta sviluppandosi un mondo del lavoro, molto diverso da quello che conosciamo. Le tecniche di riconoscimento vocale (che consentono al computer di comprendere direttive rilasciate a voce, nel normale linguaggio quotidiano) unite a Big Data, cioè all'analisi praticamente istantanea di masse enormi di dati consente di sostituire, dopo il lavoro manuale e quello di routine negli uffici, anche lavoro qualificato, come quello di avvocati e, in parte di medici. Mentre, in fabbrica, robot sempre più sofisticati e flessibili occupano un numero crescente di processi produttivi. In molti casi, peraltro, la fabbrica stessa potrebbe sparire. La stampa a 3D, con la sua capacità di produrre beni unici e su misura, come gli artigiani di una volta, rovescia i principi radicati della produzione di massa e delle economie di scala, almeno per le categorie di beni a maggior valore aggiunto. Mettete insieme un po' di queste innovazioni e vi trovate di fronte un mondo dove, già oggi, è possibile pensare ad un robot che estrae le vostre scarpe su misura da una stampante a 3D, le carica su un camion senza guidatore, che Google ha dimostrato essere facilmente gestibile, il quale, a sua volta, grazie all'Internet delle cose lo consegni a casa vostra.

Dove le prospettive della vostra salute sono migliori di ieri, grazie a due altre tecnologie. La prima è la medicina personalizzata, resa possibile dalla genetica, ovvero dalle sequenze individuali del Dna, sulla cui base stabilire e dimensionare cure e prevenzioni. E, con la seconda, le nanotecnologie che fanno manipolare l'infinitamente piccolo, queste cure e prevenzioni possono avvenire non più a livello di intero organismo, ma anche di singole cellule. (...)

Le ultime tre tecnologie della lista McKinsey riguardano l'energia. Le nuove tecniche di estrazione di petrolio e gas dalle rocce impermeabili (shale gas e shale oil) stanno riproponendo il paradigma di una energia a buon mercato, anche se continua a non essere inesauribile. A questo, però, provvedono le energie alternative, in particolare il fotovoltaico solare, i cui costi stanno scendendo con rapidità pari all'aumento dell'efficienza. La promessa del solare, tuttavia, resta sospesa se non si trova il modo di immagazzinare un'energia che arriva in modo volatile e incostante. Nel mondo dell'energia è la sfida che conta: nanomateriali e grafene potrebbero darci una batteria, finalmente, all'altezza delle altre tecnologie.

(...) Il buco nero sono i posti di lavoro. Nelle fabbriche che gli americani stanno rimpatriando dalla Cina lavora il 30 per cento degli addetti che c'erano prima del grande esodo, grazie a robot e automazione. Fra il 1970 e il 2010, con la diffusione dei computer, negli uffici americani è sparito il 50 per cento dei contabili, commessi, segretarie, telefoniste, dattilografe. Adesso, con Big Data, anche tecnici, avvocati, manager sono a rischio. Mentre le macchine senza guidatore mandate in giro da Google scavano la terra sotto i piedi a tassisti e camionisti. Il futuro è ancora da scrivere: tuttavia, avvertivano, già un anno fa, nel loro libro "Race against the machine" due studiosi del Mit, il progresso tecnologico fa aumentare la produttività, ma non sta scritto da nessuna parte che i benefici saranno distribuiti equamente.


Il Tar ferma il Politecnico. E frena l'Italia.


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[...] Lo slancio in avanti del Politecnico di Milano, che l'anno scorso aveva annunciato «solo lezioni in inglese dal 2014», è stato fermato dai giudici del Tar che hanno accolto ieri il ricorso presentato da un centinaio di professori dell'ateneo. Difeso il primato della lingua italiana sancito dalla Costituzione, anche per l'insegnamento nelle nostre università. Il rettore Giovanni Azzone era pronto a escludere l'italiano dalle lauree specialistiche e dai dottorati, «per un ateneo internazionale», «per formare professionisti pronti per un mercato globale». È di un anno fa la delibera del senato accademico sull'uso esclusivo dell'inglese annullata ieri. [...]

Il primo annuncio del rettore ingegnere Giovanni Azzone con l'allora ministro Francesco Profumo era stato all'inizio del 2012. «Lezioni solo in inglese entro due anni». «Perché dobbiamo formare capitale umano di qualità in un contesto internazionale per rispondere alle esigenze delle imprese e a quelle degli studenti che chiedono di essere pronti per un mercato mondiale del lavoro», la motivazione del rettore. E aveva spiazzato molti, dentro e fuori dal Politecnico. Sull'esclusione dell'italiano subito un vivace dibattito. Voci diverse, dagli atenei all'Accademia della Crusca. Lo slancio forte, verso l'internazionalizzazione divideva i professori, anche in un ateneo che conta già oltre venti corsi di laurea e altrettanti dottorati in inglese. Il punto critico? La scelta obbligata. Insegnare e imparare «esclusivamente» in una lingua diversa. Eliminare l'italiano. La svolta del Politecnico incide sulla libertà di insegnamento e sul diritto allo studio, si legge nella sentenza dei giudici amministrativi. [...]
Fonte: Corriere

Un altro passo indietro - o comunque un mancato passo avanti - dell'università italiana. Come se studiando in inglese si perdessero le proprie radici e ci si dimenticasse la propria lingua e la propria cultura. Come se aprirsi le porte per una carriera internazionale ed una maggiore "spendibilità" sul mercato mondiale non contassero nulla rispetto ad un'ottima lezione in perfetto italiano certificato dall'Accademia della Crusca. Come se, nonostante l'ingegneria parli inglese ovunque nel mondo, studiarla in italiano avesse davvero dei benefici. 

Peccato che le resistenze di pochi professori, forse un po' troppo avversi ed impauriti dal cambiamento, abbiano conseguenze importanti sul futuro di molti studenti, che ai "cambiamenti" devono farci l'abitudine.

La "buona politica"


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"(...) il primo tassello del disvelamento di Silvio Berlusconi come un erotomane, pronto a offrire cariche politiche alle donne che lo attraevano sessualmente, era stato un episodio di qualche anno prima, e aveva coinvolto la signora Mara Carfagna. Fu in seguito a quell’episodio, nel quale Berlusconi disse in pubblico che se non fosse già stato sposato con Veronia Lario, avrebbe sposato la soubrette, che il 31 gennaio 2007 la signora Berlusconi scrisse una lettera a Repubblica, nella quale pretese pubblicamente le scuse dal marito. In una successiva mail del 28 aprile 2009, la signora criticò come “ciarpame senza pudore” le candidature delle veline in politica, e pochi giorni dopo chiese la separazione da Berlusconi. Nel frattempo, nel 2006 la velina Carfagna era stata eletta deputato, e nel 2008 divenne addirittura ministro per le pari opportunità: un vero e proprio sberleffo alla decenza, per un’arrivista che era apparsa nuda sulla copertina di una rivista nel 2001, e su un intero calendario nel 2005. Nei tre anni e mezzo in cui rimase in carica, il ministro si distinse per una relazione extraconiugale durata due anni e mezzo con il deputato finiano Italo Bocchino, rivelata pubblicamente nel 2011 dalla moglie di questo. 

L’altro giorno l’ex ministra, ma tuttora deputata, è stata insultata al supermercato da due persone. Il ministro dell’Interno, suo collega di partito, dà la colpa dell’episodio ai “cattivi maestri”: tra i quali, probabilmente, vanno annoverati tutti coloro che non dimenticano, e continuano a ricordarlo a chi l’ha dimenticato, come e perché la signora Carfagna sia entrata in politica e abbia fatto carriera. La presidente della Camera ha espresso solidarietà alla collega di seggio in una “lunga e affettuosa telefonata”: evidentemente, lo spirito di casta ha sempre il sopravvento sulla decenza."


Fonte: Odifreddi

Amazing!


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Amazing! Non tanto il filmato, quanto la sua storia.. e quindi anche il filmato stesso!