"Warren Buffett, probably the world’s most successful investor, has said that anything good that happened to him could be traced back to the fact that he was born in the right country, the United States, at the right time (1930). A quarter of a century ago, when The World in 1988 light-heartedly ranked 50 countries according to where would be the best place to be born in 1988, America indeed came top."
Tratto da "The economist"
L'articolo si intitola proprio "The lottery of life", è in effetti è proprio tutto un terno al lotto. Cinquanta chilometri più a nord o più a sud, più a est o più a ovest, e tutto può essere completamente diverso. Viviamo in un mondo in cui gran parte del nostro futuro dipende dalle coordinate geografiche del luogo in cui nasciamo. Come in un'equazione differenziale, basta cambiare le "condizioni al contorno" per aver risultati completamente diversi.
Evidentemente non siamo ancora nel "migliore dei mondi possibili" se abbiamo così poco controllo sul nostro futuro (chi più, chi meno.. anche questo dipende dallo stesso GPS). Non dobbiamo forse tendere ad un sistema "perfetto", in cui per quanto variegate possano essere le condizioni iniziali ognuno può (potenzialmente) raggiungere qualsiasi risultato? Non dovremmo essere tutti uguali di diritto (seppur diversi di fatto)?
In ogni caso, il "where-to-be-born index" del 2013 gioca a mio favore, almeno se lo intendo come un "where-to-be-living"!