Archive for October 2013

Canberra


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Finalmente riesco ad aggiornare il blog.. E torno indietro di un paio di settimane, quando siamo andati a Canberra, la capitale dell'Australia. Qualche ora di auto in mezzo ai campi e finalmente entriamo nell'enorme distesa di case e palazzi, con strade ampie, spazi immensi e ovviamente tanti centri commerciali. Un po' come Washington, la città non si è lentamente sviluppata nel tempo (in effetti la storia dell'Australia è troppo breve) ma è stata pensata e costruita in pochi decenni, per cui si fatica a percepirne il "centro" e tutto sembra parte di un unico grande monumento.


Appena arrivati ci incamminiamo verso il palazzo del parlam, collocato all'interno di una "collina" e ben visibile da ogni parte della città. L'edificio è decisamente moderno, e per quanto architettonicamente interessante (dall'esterno) non contiene certamente nulla di particolare, per cui ci accontentiamo di una rapidissima visita.




Torniamo poi verso il centro città, passando accanto al "vecchio" palazzo del governo (che in effetti ha solo pochi decenni in più del "nuovo") e alla zone delle ambasciate, dove tra l'altro non manca una rappresentanza (piuttosto ridicola e sminuente) degli Aborigini.


Torniamo infine all'ostello (dopo un'altra lunga camminata) e ceniamo in una zona pedonale (potrebbe essere il "centro"), per poi trascorrere una bella ed animata (...) serata in un Irish Pub con buona musica e tanta compagnia.

Il giorno dopo visitiamo un paio di musei, tra cui quello all'interno del "War memorial" che contiene diversi mezzi delle guerre del secolo scorso (e non solo).






Cogliamo l'occasione anche per una visita al museo nazionale australiano, che si propone di raccogliere documenti ed oggetti inerenti la storia di questo Paese e che purtroppo spesso si rivela una collezione di manufatti di altre nazioni importati ed usati nella recente storia australiana.


L'unica sezione particolarmente interessante è quella riguardante gli aborigini, non tanto per il materiale esposto ma piuttosto per la storia di questa popolazione così particolare ed autentica.

Prima di rientrare cerchiamo un po' di svago e in particolare puntiamo sui Go-Kart, ma dopo aver visto la pista (piccola e poco soddisfacente) cambiamo idea e puntiamo al pain ball, che si rivela un'attività eccitante e super adrenalica. 

Ceniamo in città (in un ristorante italo-indiano) e rientriamo a Forbes la sera tardi, stanchi ma più che soddisfatti!

Explosive!


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Il secondo giorno di internship dopo una breve tappa in ufficio ci spostiamo nel "field". Il primo task è la rimozione di una parte di conduttura in cui andremo ad installare un flussometro. Niente di spettacolare, se non fosse che i tubi sono pieni di sodio (solidificato) che chiaramente va rimosso. Di nuovo, niente di spettacolare. Se non fosse che il sodio reagisce violentemente con l'aria e soprattutto con l'acqua, e che ovviamente si usa proprio l'acqua per svuotare i tubi. A debita distanza "innaffiamo" il tubo dove inizialmente si sviluppa una fiamma che poi si trasforma in una serie di violente esplosioni (molto, molto potenti!). Ci mettiamo cuffie e maschera anti-gas (sì, proprio quella dei film) e continuiamo finché il tubo non è completamente pulito. Tra l'altro qualche ciuffo d'erba prende fuoco, per cui finalmente ho anche modo di usare un estintore (di solito li vedo solo appesi e ben pitturati alle pareti). Il sodio di per sé non è tossico, ma il mio amico che non aveva la maschera anti gas ha starnutito per due giorni dopo averne inalato i vapori..! Vorrei postare qualche foto del momento ma purtroppo non posso "divulgare immagini"!

Altro lavoro di ufficio nei giorni successivi, principalmente project management, e sempre tanta esperienza sul campo. Giovedì è arrivato il "drilling jig" (in sostanza un blocco di metallo lavorato per uno scopo preciso) che mi è stato chiesto di disegnare lunedì (un'ora dopo essere arrivato in ufficio!) ed ho provato l'ebbrezza di disegnare un oggetto e ritrovarmelo tra le mani pochi giorni dopo..  fantastico. Ho iniziato subito ad usarlo per forare i supporti degli specchi, constatando ancora una volta che il modo migliore per "imparare" è proprio il "fare": ho capito subito pregi e difetti del mio disegno semplicemente "provando" l'oggetto che avevo tra le mani..

Nel campo di lavoro non si impara soltanto come è fatto un "drive mechanism", come sono bloccati tra loro gli "ingranaggi" della trasmissione e come si riparano, come sono posizionati gli specchi e perché. Sul campo ci si sporca le mani, si svitano viti e si muovo specchi, si fanno prove e tentativi, ci si confronta e si parla per tanto tempo per risolvere nuovi problemi o proporre soluzioni diverse. Anche il "capo" è in mezzo all'erba, magari si sporca meno le mani ma non esita a fare prove, osservazioni, domande, e soprattutto calcoli e verifiche. Ogni idea è ben accetta, si parla tanto e ci si concentra anche sul problema più piccolo (il contatto tra due metalli diversi, il costo/tempo di produzione di un foro, il costo di una molla..). Ovviamente ci sono anche mansioni meno "importanti" - oggi ad esempio ho tagliato l'erba per un po' - che in ogni caso sono necessarie e devono essere eseguite (e in fin dei conti tagliare l'erba non è proprio irrilevante, considerando che se l'erba è alta non si vedono i serpenti..!). La cosa sorprendente, comunque, è che c'è qualcosa da imparare anche nel semplice tagliare l'erba: nel tentativo di far partire una macchina collegata al gancio di traino del pick-up, infatti, l'abbiamo dovuta aprire per muovere la cinghia di trasmissione e verificare che tutto funzionasse correttamente, e ancora una volta ho avuto modo di vedere motori, cinghie, leve, meccanismi di trasmissione..

In questi giorni ho avuto modo anche di vedere la "fabbrica" dove hanno prodotto gli heliostats, in pratica un capannone con qualche macchina e un po' di sistemi di immagazzinamento . Ed è sorprendente quanto semplici e "potenti" mi sono sembrate le due macchine che usano per definire la geometria delle strutture, al punto che sarei quasi in grado di ricostruirle e riprogrammarle da solo.. Eppure queste con due sole macchine possono produrre centinaia di pezzi pronti per essere posizionati sul campo.. Incredibile.

Infine anche il tempo in ufficio è sempre proficuo ed utile, principalmente perché essendo tutti seduti attorno allo stesso tavolo c'è sempre qualche confronto in corso in cui si può facilmente intervenire. Anche le telefonate con fornitori e clienti sono fonte preziosa di informazioni e strategie, e proprio il "boss" oggi ci ha raccontato qualche tecnica di vendita/acquisto (tipicamente usate nel mercato automobilistico, specialmente nel caso di auto usate che sono beni "unici" e di cui è difficile stimare il reale valore).

Super soddisfatto, super preso e anche un po' stanco. In fin dei conti usciamo di casa qualche minuto dopo le 8 e lavoriamo quasi sempre fino alle 17.30-18, con una pausa pranzo altalenante (a volte anche tardi) e molto breve, giusto il tempo di un paio di sandwich. Ceniamo alle 18 (troviamo il cibo pronto in cucina) e rientriamo per le 19.. I ritmi sono piuttosto intensi!